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TAC cardiaca, serve a prevenire l’infarto?

L’infarto miocardico avviene quando il muscolo cardiaco va in necrosi, a causa di un’ostruzione delle arterie coronarie che lo irrorano. L’ostruzione delle coronarie è abitualmente provocata da una placca intra-vascolare che si rompe provocando una trombosi con interruzione del flusso di sangue al cuore. L’infarto del miocardio è una patologia comune, che interessa principalmente le persone di sesso maschile e che comporta un alto rischio di mortalità. Per questo è importante diffondere la cultura della prevenzione e informare la popolazione circa le procedure di primo soccorso.

Quali sono gli esami da fare per prevenire l’insorgenza di infarto? E a quali sintomi prestare attenzione? Ne parliamo con il professor Marco Francone, responsabile dell’Unità Operativa Servizio di Imaging Cardiovascolare dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano.

La prevenzione dell’infarto: primaria e secondaria

Quando si parla di prevenzione primaria dell’infarto del miocardio si fa riferimento al controllo dei fattori di rischio, dal fumo di sigaretta, all’aumento dei trigliceridi e del colesterolo fino alla presenza di diabete o obesità. Prevenire l’infarto vuol dire anche mantenere uno stile di vita corretto, sia alimentare che dal punto di vista dell’attività fisica regolare. Il controllo di tutti questi fattori contribuisce a ridurre significativamente l’insorgenza di malattia ischemica del cuore.

Importante è anche la prevenzione secondaria, che prevede l’identificazione di quei pazienti che hanno già sviluppato la malattia cardiaca pur asintomatica o con sintomi di modesta entità. In questo caso il controllo dei fattori di rischio non è più sufficiente e diventa importante lo svolgimento di test diagnostici in grado di individuare i soggetti che necessitano ulteriori approfondimenti.

TAC cuore, a cosa serve?

Nella prevenzione dell’infarto del miocardio è fondamentale valutare lo stato di salute delle arterie coronariche. Si tratta di vasi di piccolo calibro e a decorso tortuoso, soggetti a continuo movimento legato al battito del cuore. Fino a poco tempo fa era molto difficile studiare l’anatomia di questi vasi con metodiche diagnostiche non invasive e identificare la presenza di lesioni a rischio in soggetti asintomatici.

La tomografia computerizzata (o TC) è una metodica diagnostica grazie alla quale si elaborano immagini tridimensionali di sezioni anatomiche del cuore e delle coronarie utilizzando i raggi X. Grazie alla tecnologia della TC è oggi possibile acquisire l’intero volume del cuore, comprese le arterie coronariche, con un singolo battito cardiaco. Si chiama singolar beat acquisition e, in ambito diagnostico, rappresenta una vera e propria rivoluzione. Questo esame è principalmente indicato nei soggetti sintomatici e non acuti che presentano manifestazioni come dolore toracico retrosternale spesso irradiato al braccio sinistro e associato a un senso di costrizione al petto ed esacerbato dallo sforzo.

Come si svolge l’esame?

La TC cardiaca consente di osservare la presenza o meno di aterosclerosi coronarica. L’esame non è invasivo e consiste in una scansione effettuata dopo somministrazione endovenosa del mezzo di contrasto.

Per l’esecuzione della TC, al paziente verrà chiesto di sdraiarsi per alcuni minuti su un lettino che si muoverà orizzontalmente all’interno di un tubo aperto e dovrà rimanere fermo per tutta la durata dell’esame e, al momento opportuno, trattenere il respiro per circa 10 secondi.

I sintomi dell’infarto miocardico acuto

La sintomatologia tipica dell’infarto miocardico acuto ha una durata di circa 10-15 minuti, non è transitoria e viene descritta dal paziente come molto intensa. Comprende sudorazione e un intenso senso di costrizione dietro lo sterno che si irradia verso il petto sinistro (versante radiale).

In alcuni pazienti si sperimentano:

  • nausea
  • vomito
  • vertigini
  • stordimento
  • aumento della sudorazione

Abitualmente inoltre, chi sperimenta la sintomatologia di un infarto del miocardio tende a riconoscerla immediatamente.

La popolazione maschile ha dei dati di prevalenza di malattia coronarica superiori a quella femminile, probabilmente a causa di una generale differenza di stile di vita tra uomo e donna e una protezione ormonale nel genere femminile che garantisce una minore suscettibilità all’infarto del miocardio.

A fronte di una presentazione clinica non dissimile tra uomo e donna, nel sesso femminile i sintomi “atipici” sono più frequenti, spesso non associati a sintomi cardiaci, quali:

  • dolore alle spalle e alla schiena;
  • diminuzione della tolleranza allo sforzo abituale, come ad esempio salire le scale, o all’esercizio fisico;
  • nausea e vomito.

Cosa fare in caso di infarto?

Nell’infarto miocardico, la tempestività dei soccorsi ha un ruolo centrale: prima il paziente viene trattato e maggiori sono le possibilità di sopravvivenza. In presenza di una sintomatologia fortemente sospetta bisogna quindi chiamare immediatamente il 112. Poi, qualora le si conoscano, bisogna applicare le procedure di primo soccorso: è un elemento che può fare la differenza, quindi l’invito per tutta la popolazione è quello di fare i corsi BLS (basic life support), perché possono salvare la vita del paziente.

Tratto da: Humanitas, 27 aprile 2023