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Malattie cardiovascolari: cosa sono e come prevenirle

Le patologie del sistema cardiovascolare sono la principale causa di morte e invalidità nel nostro Paese e nel mondo. Queste malattie a carico del cuore e dei vasi sanguigni, come l’infarto acuto del miocardio, la cardiopatia ischemica cronica e lo scompenso cardiaco, possono svilupparsi in diverse età della vita (malattie cardiovascolari acquisite) oppure interessare il bambino fin dalla nascita (malattie cardiovascolari congenite).

Alcune malattie cardiovascolari sono maggiormente associate all’età, come le problematiche relative alla degenerazione delle valvole, altre insorgono più facilmente in correlazione a una serie di abitudini di vita errate, come quelle determinate dal processo di aterosclerosi. La loro diffusione rappresenta una problematica a livello sociale ma anche economico, a causa del forte impatto sulla sanità pubblica e la comunità in termini di carico assistenziale. Per questo motivo, la prevenzione è particolarmente importante: agire sui fattori di rischio modificabili consente una riduzione della possibilità di sviluppare malattia cardiovascolare o ritardarne l’insorgenza o la progressione.

Ne parliamo con il dottor Alessandro Sticchi, cardiologo presso l’IRCCS Istituto Clinico Humanitas Rozzano e presso gli ambulatori Humanitas Medical Care.

Età, genere e familiarità: i fattori di rischio cardiovascolare non modificabili

In medicina, quando si parla di fattori di rischio cardiovascolare si deve sempre distinguere tra quelli non modificabili e quelli modificabili. Questi ultimi possono rientrare nei limiti di normalità attraverso il miglioramento delle proprie abitudini e stile di vita, riducendo il loro impatto negativo sulla salute a breve e a lungo termine.

I fattori non modificabili comprendono l’avanzare dell’età, che implica un fisiologico invecchiamento dell’organismo, e la familiarità per determinate patologie, ovvero la presenza di malattie cardiovascolari in età precoce nei parenti più prossimi, come genitori e fratelli/sorelle.

Tra i fattori di rischio non modificabili va menzionato anche il genere maschile: fino alla menopausa. Infatti, le donne presentano un più basso rischio cardiovascolare grazie alla protezione degli ormoni femminili. Infine, sarebbe presente una maggiore suscettibilità allo sviluppo di patologie cardiovascolari su base geografica, principalmente a causa della maggior esposizione a fattori di rischio presenti in determinate aree, come per esempio la cattiva qualità dell’aria o un’alimentazione con prevalenti caratteristiche.

Fattori di rischio modificabili: quali sono?

I fattori di rischio cardiovascolare che possono essere controllati, modificando le proprie norme di comportamento, sono:

  • vizio del fumo
  • abuso di alcolici
  • assunzione di droghe
  • stile di vita sedentario
  • alimentazione non equilibrata

Anche lo stress, la carenza o non adeguata qualità del sonno nonché la scarsa possibilità di accesso alle cure, dovuta per esempio a una condizione socio-economica svantaggiosa, possono aumentare la possibilità di sviluppare patologie cardiovascolari e di subirne le conseguenze in termini di peggioramento della qualità di vita.

Vi sono poi alcune patologie, che possono essere correlate a stili di vita poco equilibrati, le quali concorrono allo sviluppo di malattie a carico del sistema cardiovascolare. Tra queste bisogna indicare:

  • sovrappeso e obesità
  • diabete
  • sindrome metabolica
  • ipertensione arteriosa
  • dislipidemie (ovvero l’aumento dei livelli di colesterolo e trigliceridi)

Tra i fattori di rischio ricordiamo infine le apnee ostruttive del sonno, l’utilizzo della pillola contraccettiva (in particolare dopo i 35 anni, in quanto pro-trombotico) e, per le donne in menopausa, l’assunzione di terapia ormonale sostitutiva.

Lo stile di vita: un alleato fondamentale per la prevenzione cardiologica

La combinazione di una vita attiva e un’alimentazione sana contribuisce a mantenere un peso corporeo nella norma ed evitare lo sviluppo di sovrappeso e obesità, nonché di problemi metabolici. Quando si parla di attività fisica si intende lo svolgimento di 150-300 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata a settimana, oppure almeno 75-150 minuti di attività fisica aerobica intensa. Questo è riassumibile, per esempio, in un’attività aerobica di circa 30 minuti consecutivi per almeno 5 giorni su 7. Le attività aerobiche più indicate sono corsa leggera, bicicletta, camminata e nuoto: ovviamente in caso non si sia già abituati a svolgerla, all’inizio bisogna introdurre l’attività in modo graduale.

Un altro consiglio è quello di abituarsi a inserire il movimento corporeo nella propria quotidianità, perché ogni attività provoca un consumo di energie e può essere utile a combattere la sedentarietà: si può allora scegliere la bicicletta invece dei veicoli motorizzati, oppure se le distanze sono limitate è utile percorrerle a piedi, o ancora, quando possibile, scegliere di fare le scale invece di prendere l’ascensore.

Per quanto riguarda l’alimentazione, la dieta consigliata è quella mediterranea, naturalmente ricca di frutta e verdura, di cui bisognerebbe consumare 5 porzioni ogni giorno, cereali integrali, pesce da assumere tra le 2 e le 4 volte a settimana e condimento a base di olio extravergine di oliva, meglio se utilizzato a crudo. Va invece fortemente controllato il consumo di carne rossa e grassi di origine animale, burro e formaggi grassi, sale e zuccheri. Attenzione anche alla quantità, che deve essere ottimale per il bisogno energetico di ciascun individuo, in base a età, condizione di salute e stile di vita. Oltre che, ovviamente, al consumo di alcolici, è opportuno prestare attenzione anche al consumo di caffeina, che deve essere limitato, sia se si parla di caffè che di bevande energetiche.

Prevenzione cardiologica: seguire sempre i consigli del medico

Ci sono alcuni parametri che è bene mantenere sotto controllo con il supporto del proprio medico di medicina generale e, in caso di necessità, con gli specialisti di riferimento. In particolar modo bisogna mantenere monitorati i fattori che concorrono all’aumento di ipertensione arteriosa, diabete mellito e dislipidemie. In questo modo sarà possibile evitarne o ritardarne l’insorgenza e mantenere la patologia sotto controllo qualora si fosse già sviluppata.

I parametri che vengono osservati dai medici in questi casi sono:

  • peso corporeo
  • pressione arteriosa
  • ritmo e frequenza del battito cardiaco
  • livello di glicemia
  • colesterolo e trigliceridi nel sangue

Chi sta assumendo farmaci e seguendo terapie, invece, deve sempre seguire le prescrizioni farmacologiche dello specialista e, in caso di dubbi o dimenticanze, rivolgersi a lui per un chiarimento ricordandosi di effettuare esami e visite di controllo nelle tempistiche consigliate.

Le donne in gravidanza, in particolar modo interessate da diabete e ipertensione, devono fare riferimento allo specialista ginecologo e, in casi specifici, al nutrizionista, per una valutazione sul proprio stato di salute.

La visita cardiologica è fondamentale per tenere sotto controllo la salute del cuore, effettuare la diagnosi tempestiva di eventuali patologie e avere le necessarie informazioni sulla prevenzione dei disturbi cardiaci. A partire dai 40 anni in caso di familiarità, e dai 50 nella popolazione generale, tutte le persone dovrebbero effettuare, anche in assenza di sintomi, una visita di controllo ogni 5 anni. In presenza di sintomi, quali per esempio dolore al petto, mancanza di fiato, svenimenti, frequenti giramenti di testa, palpitazioni è bene rivolgersi al cardiologo in tempi brevi per un approfondimento.

Tratto da: Humanitas, 11 maggio 2023