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Alzheimer. Difetti della mielina promuovono la malattia in etā avanzata

La mielina, “strato isolante” delle cellule nervose, con l’avanzare dell’età dell’individuo promuove cambiamenti correlati alla Malattia di Alzheimer. Rallentare il danno provocato da questa sostanza potrebbe aprire nuovi approcci per prevenire la malattia neurodegenerativa o ritardarne la progressione.

La mielina difettosa promuove i cambiamenti correlati alla malattia di Alzheimer. Rallentare il danno alla mielina legato all’età potrebbe aprire a nuovi approcci per prevenire la malattia neurodegenerativa o ritardarne la progressione. È quanto emerge da una ricerca pubblicata su Nature da un team del Max Planck Institute di Gottingen, in Germania.

La malattia di Alzheimer progredisce con l’età e colpisce principalmente gli anziani. Il rischio di sviluppare Alzheimer raddoppia ogni cinque anni dopo i 65 anni. La mielina, lo strato isolante attorno alle cellule nervose, garantisce una rapida comunicazione tra i neuroni. Per lo studio, gli scienziati hanno esplorato il possibile ruolo della degradazione della mielina legata all’età nello sviluppo dell’Alzheimer.

Il lavoro si è concentrato su una caratteristica tipica della malattia di Alzheimer, i depositi di alcune proteine a livello cerebrale, ovvero i peptidi beta-amiloidi. Questi peptidi si aggregano formando le placche amiloidi che nei malati di Alzheimer si formano in molti anni o decenni prima che compaiano i sintomi. Nel corso della malattia, inoltre, le placche portano a morte dei neuroni e alterano la trasmissione dei segnali.

Il team ha sfruttato metodi di imaging e biochimici confrontando modelli animali di Alzheimer, studiando anche animali che presentavano difetti della mileina. I ricercatori hanno osservato, così, che la degradazione della mielina accelera la deposizione delle placche amiloidi nel cervello. In particolare, “la mielina difettosa sollecita i neuroni a produrre più peptidi beta-amiloidi”, ha sottolineato il co-autore della ricerca, Ting Sun.

Allo stesso tempo, i difetti della mielina attirano delle cellule della microglia, che svolgono un’azione immunitaria nel cervello e che normalmente tengono a bada l’accumulo delle placche. Tuttavia, quando le cellule della microglia si trovano di fronte alla mielina difettosa andrebbero a rimuoverla, lasciando, così, alle placche la possibilità di accumularsi.

Fonte: Nature 2023

Tratto da: Quotidiano Sanità, 13 giugno 2023