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Frutta di primavera: quali sono i benefici

Grazie alla frutta possiamo assumere una grande quantità di vitamine, importanti per la salute del sistema immunitario. Generalmente, con l’arrivo dei mesi primaverili e di un clima più caldo, il nostro organismo avverte la necessità di integrare nell’alimentazione alimenti più freschi, come la verdura di stagione e la frutta, appunto.

Quali sono i frutti tipici dei mesi primaverili e quali benefici apportano alla salute? Ne parliamo con la dottoressa Martina Francia, nutrizionista presso i centri medici Humanitas Medical Care.

Frutta di primavera: come sceglierla

Sono cinque le porzioni di frutta e verdura che si dovrebbero mangiare ogni giorno per un adeguato apporto di vitamine e altri nutrienti (dato OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità), ma riesce a raggiungere questo quantitativo solamente una piccola porzione della popolazione. Rispetto ai mesi freddi, tuttavia, con l’arrivo dei mesi primaverili si tende a consumare più frutta.

Quando si fa la spesa, il consiglio è di scegliere sempre frutta di stagione, che apporta una quantità maggiore di benefici rispetto a quella maturata in serra, in particolare:

  • ha più nutrienti poiché maturata sul terreno
  • non necessità di interventi chimici per la maturazione, poiché questa avviene secondo i ritmi della natura
  • è più buona, infatti tende ad avere sapore e odore più intensi
  • costa meno poiché non deve seguire una lunga filiera di trasporto da altre zone.

Da prestare attenzione anche al colore della frutta che si sceglie: variare i colori, infatti, consente di assumere tutti i micronutrienti di cui l’organismo ha bisogno.

Quando consumare la frutta?

Cinque porzioni di frutta e verdura non sono difficilmente integrabili nella routine quotidiana, infatti la frutta può essere considerata uno spuntino da consumare a metà mattina o metà pomeriggio quando si comincia ad avvertire fame. Un altro modo per consumarla è con la colazione, per esempio come spremuta, oppure a pezzi da mangiare con lo yogurt, o ancora in forma di centrifugato.

La frutta si può anche mangiare dopo pranzo o dopo cena, è infatti un falso mito che possa in far male se consumata dopo i pasti. Da tenere presente, però, che ad alcune persone può comportare l’insorgenza di fastidi a livello addominale: in questi casi si consiglia dunque di assumerla lontano dai pasti principali.

Fragole: ricche di vitamina C

Le fragole sono un frutto estremamente comune, presente in tutto il mondo nelle aree con clima temperato e di cui esistono più di 600 varietà. La componente principale delle fragole è quella acquosa, infatti sono povere di calorie (circa 33 calorie per 100 grammi), e sono molto ricche di vitamine e antiossidanti.

Bastano infatti solo 15 fragole per coprire l’intero fabbisogno giornaliero di vitamina C nella popolazione femminile e l’80% circa nella popolazione maschile.

Ricche di molecole antiossidanti (i polifenoli antociani), le fragole aiutano anche a proteggere da patologie cardiovascolari e neurodegenerative, nonché dall’invecchiamento cellulare. Il consumo di fragole si associa anche a un maggiore controllo della concentrazione di glucosio nel sangue e potrebbe quindi avere una funzione preventiva dal diabete di tipo 2.

Ciliegie: antiossidanti naturali

Anche le ciliegie contengono vitamina C e risultano ricche di antiossidanti, nonostante rispetto alle fragole risultino avere anche qualche caloria in più. Per quanto riguarda la loro azione antiossidante, le ciliegie aiutano a ridurre il rischio di insorgenza di patologie cardiache ma anche a contenere le infiammazioni, al punto da essere raccomandate in presenza di dolore cronico (per esempio a seguito di traumi o con malattie come la fibromialgia e l’artrite gottosa).

Le ciliegie contengono anche una buona concentrazione di minerali, che aiutano il controllo di pressione del sangue e frequenza cardiaca, e di melatonina, utile per contrastare l’insorgenza di mal di testa e insonnia grazie alla sua azione mitigatrice sul sistema nervoso.

Mirtilli: preziosi alleati contro la sindrome metabolica

I mirtilli appartengono alla famiglia delle Ericaceae, piante comuni in aree come il Mediterraneo, l’Europa, il Nord America e l’Asia. Sono ricchi di fitonutrienti, come antocianine, acidi idrossibenzoici e idrossicinnamici, flavonoli, pterostilbene e resveratrolo. I mirtilli hanno una funzione antinfiammatoria e antiossidante e il loro consumo è consigliato in presenza di difficoltà di digestione, poiché aiutano la corretta funzionalità intestinale.

I mirtilli contengono livelli estremamente ridotti di calorie (25 kcal per 100 grammi) e il loro consumo risulta utile a contenere la sindrome metabolica, patologia che può insorgere nelle persone con ipercolesterolemia e obesità addominale. I mirtilli sono considerati anche un valido alleato per contrastare l’insorgenza di patologie cardiovascolari, poiché aiutano a contrastare la pressione alta, ma anche a contenere il colesterolo Ldl (il cosiddetto “colesterolo cattivo”) e i derivati dell’ossidazione lipidica, che se non controllati favoriscono la formazione di placche aterosclerotiche.

Albicocche: una ricchissima fonte di vitamine

Le albicocche sono particolarmente ricche di vitamine, tra cui la vitamina C, la vitamina B3 (PP o niacina), la vitamina B2 (riboflavina), la vitamina B1 (tiamina), la vitamina K e la vitamina A, di cui oltre due terzi del fabbisogno giornaliero sono coperti mangiando 3 o 4 albicocche.

A favorire la formazione della vitamina A è il betacarotene, pigmento vegetale della famiglia dei carotenoidi che si trova in gran quantità nella frutta e nella e verdura di colore arancione e che ha un influsso positivo sulla vista e sul benessere di ossa e sistema immunitario.

Le albicocche, inoltre, contribuiscono all’apporto di altre importanti sostanze nutritive, come gli acidi organici, i fenoli, i composti volatili come la benzaldeide, i composti esteri, i norisoprenoidi e i terpenoidi.

Tratto da: Humanitas, 27 maggio 2024