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L’emoglobina glicata per la previsione di demenza

Data l’inaffidabilità dei valori di ipo o iper-glicemia per prevedere lo sviluppo della malattia di Alzheimer e demenze correlate (ADRD), gli autori di uno studio appena pubblicato su JAMA Open Network propongono un nuovo parametro. “Abbiamo sviluppato una misura del controllo glicemico nel tempo, l’emoglobina glicata (HbA1c) time in range (TIR), che è stata associata al rischio di diverse complicanze del diabete e alla mortalità. Il TIR dell'HbA1c è la percentuale di tempo in cui, durante un periodo di 3 anni, i livelli di HbA1c rientrano negli obiettivi delle linee guida cliniche. Un TIR dell'HbA1c più elevato è positivo e offre una misurazione dell'associazione dinamica tra i livelli di glucosio nel tempo e l'incidenza di ADRD”.

Dai veterani ai risultati dell’analisi

Il team di ricerca ha condotto uno studio osservazionale utilizzando dati provenienti da un campione di pazienti diabetici, in particolare veterani over 65enni. Il requisito minimo di selezione era la registrazione di almeno 4 valori di HbA1c. L’analisi principale teneva conto di una serie di variabili confondenti come età, sesso, durata del diabete e altre condizioni di salute concomitanti.

Dei 374.021 veterani con diabete, quasi tutti erano uomini (369 059 [99%]), bianchi (323 883 [87%]) e con un’età media elevata (73,2 anni). Dai risultati emerge che un maggiore tempo trascorso con HbA1c entro il range target era associato a un rischio significativamente inferiore di demenza. O, in altri termini, un TIR dell’HbA1c più basso era associato a un aumento del rischio di ADRD (TIR da 0 a <20% rispetto a ≥80%).

Come scrivono gli autori, “il TIR dell’HbA1c è una misura della stabilità glicemica nel tempo che incorpora i limiti superiore e inferiore in base alle caratteristiche uniche del paziente e fornisce informazioni aggiuntive rispetto ad altre misure della glicemia nel tempo”. Ciò suggerisce che una gestione efficace della glicemia potrebbe non solo prevenire le complicanze micro e macrovascolari del diabete, ma anche proteggere contro il declino cognitivo. La possibilità di definire obiettivi personalizzati di HbA1c per gli anziani diabetici potrebbe contribuire a ridurre il carico della demenza per loro, per i caregiver e per il sistema sanitario.

Un Paese sempre più anziano

La gestione dell'HbA1c può influenzare il rischio di ADRD negli anziani con diabete e mantenere l'HbA1c entro un range ottimale riduce il rischio di sviluppare demenza, sottolineando un legame tra controllo glicemico e salute cognitiva.

In Italia la questione è particolarmente rilevante considerata l'età avanzata della popolazione e l'elevata prevalenza di diabete e demenza. Secondo l' ISTAT, il 24% della popolazione italiana ha più di 65 anni, una fascia d'età in cui sia il diabete di tipo 2 che la demenza, inclusa l'Alzheimer, sono comuni. Circa 3,5 milioni di italiani soffrono di diabete e il numero è destinato a crescere con l'invecchiamento della popolazione. Allo stesso tempo, si stima che circa un milione di italiani siano affetti da demenza, con l'Alzheimer che rappresenta il 60% dei casi, come riportato nel report dall’Istituto Superiore di Sanità “Diagnosi e trattamento di demenza e Mild Cognitive Impairment”.

Tratto da: Univadis, Benedetta Pagni, 13 agosto 2024