Sindrome coronarica acuta, rilasciate le nuove linee guida americane. Ecco cosa prevedono
Sono state rilasciate dall'American College of Cardiology e dall'American Heart Association le nuove linee guida ACS 2025 per la gestione della sindrome coronarica acuta (ACS).
Le linee guida, pubblicate congiuntamente su Journal of the American College of Cardiology e su Circulation, confermano la terapia antipiastrinica duale (DAPT) standard come raccomandazione di Classe I, da proseguire per almeno 12 mesi dopo la dimissione per pazienti a basso rischio emorragico. Tuttavia, il documento introduce anche alternative più sicure in termini di rischio di sanguinamento per pazienti con angina instabile, infarto miocardico senza soprasegmento ST (NSTEMI) e infarto miocardico con soprasegmento ST (STEMI).
Ad esempio, alcuni pazienti possono passare alla monoterapia con il farmaco ticagrelor un mese dopo l'intervento per aprire le arterie (PCI), mentre per chi è a rischio di sanguinamento gastrointestinale è consigliato l'uso di un inibitore della pompa protonica.
Inoltre, le nuove linee guida propongono, per la prima volta, l'uso di farmaci per abbassare il colesterolo che non sono statine – come ezetimibe, evolocumab, alirocumab, inclisiran e bempedoic acid – per aiutare i pazienti sopravvissuti ad ACS a ridurre ulteriormente il rischio di eventi cardiovascolari.
Le nuove linee guida introducono inoltre le terapie lipid-lowering non statiniche – come ezetimibe (Zetia), evolocumab (Repatha), alirocumab (Praluent), inclisiran (Leqvio) e bempedoic acid (Nexletol) – per la prevenzione secondaria in sopravvissuti ad ACS abbassando il colesterolo.
Le raccomandazioni evidenziano anche l'importanza della riabilitazione cardiaca ambulatoriale prima della dimissione ospedaliera, raccomandato fortemente per ridurre la mortalità, l’infarto miocardico e le riammissioni, oltre a migliorare la funzionalità e la qualità della vita.
ulteriori ricerche per confermare se questo modello offra benefici simili a quelli dei programmi basati su centri specializzati.
Le nuove linee guida includono inoltre l'imaging intravascolare (IVUS o OCT) come raccomandazione di Classe I per guidare un intervento percutaneo coronarico.
Infine, per i pazienti con STEMI e shock cardiogenico, l’uso di una pompa di flusso microassiale è raccomandato (Classe IIa), con particolare attenzione all'accesso vascolare e alla riduzione del supporto.
Le linee guida sono state redatte in collaborazione e sostenute dall'American College of Emergency Physicians, dalla National Association of EMS Physicians e dalla Society for Cardiovascular Angiography and Interventions.
Gli autori riconoscono che permangono domande aperte in questo ambito, tra cui il potenziale ruolo degli agonisti del recettore GLP-1 e della colchicina dopo un ACS.
Tratto da: Doctor33, 06 marzo 2025