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Prescrizione medica dell'esercizio fisico discussa al summit delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili?

 

In Settembre le Nazioni Unite convocheranno a New York un summit con tutti i capi di stato dei Paesi membri per discutere dell’incredibile incremento della diffusione delle malattie legate allo stile di vita, le cosiddette ‘NCD’ (Non Communicable Diseases).
Malattie non trasmissibili, ovvero non provocate da patogeni come virus e batteri, proprio perchè causate da cattive abitudini, in particolare sedentarietà, cattiva alimentazione, stress ed abuso di sostanze (cioè fumo, alcool, droghe). Si tratta di malattie cardiovascolari (ictus, infarto), metaboliche (diabete, sindrome metabolica), depressione, alcuni tipi di tumore, oggi sono di gran lunga la maggior causa di morte sia nei paesi ricchi che in quelli in via di sviluppo.
Per il loro nuovo summit, il secondo nella storia delle UN dopo quello sull'AIDS di qualche anno fa, in questi giorni le Nazioni Unite hanno concluso l’iter di raccolta dei suggerimenti sulle policy da discutere a New York ; anche a me è stato chiesto di proporre alcuni spunti per l’agenda e ne ho sottoposti due.
Nel primo (l'altro lo vedremo in un prossimo post) ho suggerito che i governi nazionali regolamentino il processo di prescrizione, da parte dei medici di base, dell’esercizio fisico come farmaco riabilitativo e terapeutico.
Così come oggi ci prescrivono due compresse al giorno dopo i pasti per otto giorni, domani ci potranno venire prescritti 30 minuti di esercizio fisico aerobico intenso a giorni alterni. Per contrastare la crescita della glicemia, del body mass index, per ridurre la pressione, lo stress e così via, a fini preventivi.
Oppure per ridurre la dipendenza da insulina nei pazienti che hanno già sviluppato il diabete, o per prevenire la ricaduta nei pazienti cha hanno avuto un primo episodio di infarto.
Non è fantascienza, ma una prassi medica già in fase di sperimentazione, che sta portando benefici insperati a pazienti altrimenti destinati ad un progressivo peggioramento delle proprie condizioni e ad un forte incremento della dipendenza da farmaci.
È evidente il vantaggio per i cittadini: la prescrizione medica dell’esercizio fisico consente di ridurre il rischio di contrarre le malattie NCD proprio grazie alla correzione di una delle principali cause, la sedentarietà.
Ma è altrettanto evidente il vantaggio per le istituzioni governative, o per le assicurazioni mediche, che potranno così ridurre notevolmente l’impatto devastante che la crescita epidemica delle NCD sta avendo sui bilanci delle loro spese di assistenza sanitaria, perchè tutte le malattie non trasmissibili contratte per colpa di stili di vita non corretti sono caratterizzate da cronicità e richiedono assistenza e cure per molti anni.
Prevenire prescrivendo dosi adeguate di esercizio fisico consentirebbe di salvare molti pazienti da un destino evidente, e di risparmiare cifre enormi: il summit delle Nazioni Unite sarà  il contesto più adatto per suggerire ai Governi nazionali di implementare al più presto la prassi della prescrizione dell’esercizio fisico.
Tratto da: Il Sole 24 Ore, 12 giugno 2011