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Diabete: riconosciuta efficacia chirurgica per il tipo 2

 

L'International Diabetes Federation (IDF) presentata su Lancet
Roma - La chirurgia bariatrica dovrebbe essere considerata in prima istanza nel trattamento dei pazienti diabetici e obesi, al fine di aiutare a limitare le gravi complicanze che possono derivare dal diabete: questa è la posizione dell'International Diabetes Federation (IDF) presentata oggi su The Lancet. La combinazione di obesità e diabete di tipo 2 si profila come la più grande epidemia e problema di sanità pubblica nella storia umana. Il diabete di tipo 2 è una delle malattie a più rapido incremento oggi, con quasi 300 milioni di persone colpite in tutto il mondo e con la previsione che 450 milioni di persone soffriranno di diabete entro il 2030. Secondo l'IDF vi è una crescente evidenza che la salute delle persone obese con diabete di tipo 2 possono trarre, in determinate circostanze, notevole beneficio dalla chirurgia bariatrica. La task force dell'IDF su Epidemiologia e Prevenzione del Diabete ha convocato un gruppo di 20 esperti Internazionali diretto da Paul Zimmet (Melbourne), George Alberti (Londra), Francesco Rubino (New York-Roma) e John Dixon (Melbourne) autori dell'articolo pubblicato su Lancet. Obiettivi specifici della iniziativa: Sviluppare raccomandazioni pratiche per i medici sulla selezione e gestione dei pazienti; Identificare le barriere all'accesso chirurgico; Suggerire politiche per la salute che garantiscano un accesso egualitario alla chirurgia; Identificare le priorità per la ricerca. Secondo il Professor Francesco Rubino, Direttore del Programma di Chirurgia Gastrointestinale Metabolica del New York Presbyterian Hospital / Weill Cornell Medical Center, e ricercatore dell'Università Cattolica di Roma, “Il riconoscimento del ruolo della chirurgia da parte dell'International Diabetes Federation, è motivato dalla richiesta urgente di un orientamento specialistico a livello mondiale di fronte al crescente uso della chirurgia bariatrica. L'introduzione della chirurgia come legittima opzione nei protocolli terapeutici del diabete di tipo 2 cambia il modo di concepire la cura di questa malattia” dice Rubino. “Quando esercizio fisico, dieta e farmaci non sono sufficienti bisogna valutare accuratamente le caratteristiche del paziente e il suo grado di obesità per verificare se esiste indicazione all'intervento. In quel caso è dovere del medico informare il paziente. Finora questo avviene troppo raramente se si considera che meno dell'1% dei pazienti con indicazione chirurgica ha accesso a questo tipo di terapia” .
Tratto da: AGI, 10 luglio 2011