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Anziani, mangiare meno per vivere più a lungo

 

Presentati i dati della ricerca InChianti che dal '98 monitora le abitudini alimentari di 900 anziani che vivono sulle colline toscane. Un minore introito calorico quotidiano assicura una vecchiaia con meno acciacchi e una maggiore autonomia motoria
Firenze – Il segreto per non ingrassare è quello d'alzarsi da tavola ancora con un pò di fame. In una parola, è bene mangiare meno per non sentire gli acciacchi dell'età. È questo il messaggio che proviene dallo studio InCHIANTI (Invecchiare in Chianti), una ricerca che dal 1998 segue centinaia di anziani che vivono sulle colline attorno a Firenze. Lo scopo è di capire i segreti per vivere meglio e più a lungo.
Alzarsi da tavolo con un pò di fame - I risultati saranno pubblicati sulla rivista “Age and Ageing” e verranno discussi, a Firenze, dal 2 al 5 dicembre al 54° Congresso della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria. Si preciserà che ridurre di 100 calorie l'introito energetico quotidiano negli anziani, abbassi del 10 per cento il rischio di ritrovarsi nel giro di tre anni con una disabilità motoria qualsiasi, dall'incapacità di eseguire normali attività quotidiane come lavarsi o vestirsi da soli, all'impossibilità di camminare a lungo o salire le scale senza aiuto.
“Il dato è in accordo con la teoria della restrizione calorica, secondo cui ridurre l'introito energetico è una delle strade per diventare più longevi – spiega Niccolò Marchionni, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria – I risultati di InCHIANTI, raccolti su 900 anziani seguiti per tre anni, dimostrano per la prima volta un effetto della restrizione calorica su parametri importanti per la longevità, in questo caso la perdita di autonomia funzionale che contraddistingue, purtroppo, l'età più avanzata”.
Indagine a tutto campo - I partecipanti allo studio sono stati valutati a tutto tondo: oltre all'analisi attenta della loro alimentazione abituale, si è presa in considerazione anche la presenza di malattie come ipertensione, diabete, sindrome metabolica ed elementi dello stile di vita quali l'abitudine al fumo od il consumo di alcol; inoltre, si è quantificato il grado di attività fisica svolta. “Assieme alla dieta, la disabilità motoria è ridotta anche dall'abitudine all'esercizio: gli anziani più attivi sono anche quelli che si mantengono in salute più a lungo – riferisce Luigi Ferrucci, coordinatore dello studio - ed il risultato è importante soprattutto perché non si tratta di un gruppo sperimentale di soggetti “scelti” in base a specifiche caratteristiche, ma di anziani normali, di tutti i tipi: questo significa che le conclusioni hanno un significato reale, vero per ciascuno di noi”.
La conferma da uno studio sulle scimmie -Finora gli studi che hanno valutato gli effetti della restrizione calorica sulla longevità avevano coinvolto animali da esperimento: il più importante di questi è stato condotto su macachi e pubblicato su Science, a vent'anni dal suo inizio. I ricercatori hanno coinvolto una settantina di scimmie, suddividendole in due gruppi diversi per introito calorico: dopo vent'anni, l'80 per cento dei macachi sottoposti a restrizione calorica è vissuto fino a 30 anni, contro il 50 per cento delle scimmie che mangiavano di più.
In media, inoltre, la dieta parca riduceva l’incidenza di neoplasie, diabete e malattie cardiovascolari. “I dati mostrano chiaramente che mangiare di meno, lungo l'arco di una vita, riduce la mortalità e le principali malattie degli anziani – osserva Marchionni – Inoltre, pure l'aspetto ne guadagna: le scimmie che mangiavano poco, a parità di età, dimostravano un bel pò di anni di meno rispetto a quelle senza limiti di calorie. Tutto questo ci indica, al di là del patrimonio genetico, che anche gli stili di vita possono modificare, in meglio o in peggio, l'aspettativa di sopravvivenza: fare attività fisica con regolarità e mangiare con parsimonia, scegliendo cibi sani ed equilibrati, aiuta senza dubbio a mantenersi giovani e in salute più a lungo”.
Anziani spesso troppo grassi - Purtroppo fra gli over 65, secondo i dati dello studio
 InCHIANTI, il 28 per cento delle donne e il 20 per cento degli uomini sono in sovrappeso, il 13 per cento soffre di diabete. D'altro canto, un anziano su sei rischia la malnutrizione: i pochi soldi a disposizione, la solitudine e anche difficoltà oggettive nel preparare il cibo e alimentarsi (dai problemi della masticazione all'artrosi) sono fra le cause principali di diete inadeguate, che espongono anch'esse a rischi per la salute. Necessario quindi far sì che gli anziani seguano una dieta a moderato introito calorico, ma bilanciata e ricca di cibi sani: “In media, fra 65 e 75 anni, il fabbisogno calorico dovrebbe essere di circa 700 calorie inferiore rispetto all'adulto – dice Marchionni – La composizione della dieta non varia: 10 per cento di proteine, 30 per cento grassi, carboidrati soprattutto da pane, pasta e cereali per il 60 per cento del totale. Sì, quindi, alla carne, che spesso gli anziani mangiano troppo poco, e a latte e latticini, che offrono calcio per proteggere le ossa dalle fratture. Per non incappare in deficit vitaminici, frequenti negli anziani, è opportuno mangiare anche molta frutta e verdura. E, infine, bere tanto: nella terza età, infatti, aumenta la tendenza alla disidratazione dei tessuti e lo stimolo della sete si fa meno sentire”, conclude il geriatra.
Tratto da: La Repubblica Salute, 04 dicembre 2009