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ECCO PERCHÈ MANGIARE MENO ALLUNGA LA VITA, STUDIO

 

Per il fattore CBP che riduce lo stress ossidativo
Roma - È da tempo noto che restrizioni e rinunce alla dieta diminuiscono gli effetti dell'invecchiamento e delle malattie, ma il meccanismo alla base di questo fenomeno era sconosciuto. Ora i ricercatori della Mount Sinai School of Medicine degli Stati Uniti hanno scoperto come le molecole del nostro organismo prendano parte al complesso processo che associa il mangiare di meno a una vita più lunga. "Il nostro studio ha tentato di rispondere a una domanda particolare: perchè mangiare poco rallenta l'invecchiamento, mentre mangiare tanto accelera le malattie provocate dall'età avanzata?", ha detto Charles Mobbs, professore di neuroscienze e geriatria della Mount Sinai School of Medicine, e a capo dello studio pubblicato sulla rivista PLoS Biology. "La risposta, come abbiamo scoperto, potrebbe risiedere nello stress ossidativo causato dall'alimentazione", ha aggiunto. Una dieta a basse calorie, infatti, ridurrebbe l'impatto del metabolismo del glucosio, e di conseguenza lo stress ossidativo. Una dieta ipercalorica ha invece l'effetto opposto. "Non ha importanza quale dieta si segue, se si riducono proteine, carboidrati o grassi", ha spiegato Mobbs. "Quello che conta - ha continuato - è la riduzione complessiva delle calorie. Poche calorie, infatti, promuovono un fattore di trascrizione chiamato CREB-binding protein (CBP). Questo fattore controlla l'attività dei geni responsabili delle funzioni cellulari e dell'invecchiamento delle cellule". Mobbs ritiene che, se si dovesse riuscire a sviluppare un farmaco che imita gli effetti di CBP sull'organismo, gli scienziati potrebbero anche allungare la vita dei pazienti riducendo lo stress ossidativo. "CBP può essere usato per prevedere la durata della vita, ed è il responsabile dell'80 per cento delle variazioni della durata di vita nei mammiferi", ha detto Mobbs. "Ridurre CBP del 10 per cento allungherebbe brevemente la vita, mentre ridurlo dell'80 per cento farebbe morire di fame l'individuo. Tutto sta nel trovare il giusto equilibrio", ha concluso. .
Tratto da: AGI, 23 novembre 2009