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SALUTE: AL VIA CHIRURGIA DIABETE, GEMELLI PARTECIPA A STUDIO

 

Roma - Al via la chirurgia del diabete in ventuno ospedali italiani. A Roma partecipa allo studio il Policlinico universitario “Agostino Gemelli”, uno dei centri più qualificati e con la maggiore esperienza maturata nella nuova e promettente branca chirurgica.
È la rivoluzione nel trattamento della malattia, finora considerata inguaribile: guarire, invece, è possibile, con un intervento chirurgico.
All'inizio del mese di ottobre parte il primo studio multicentrico al mondo con un protocollo messo a punto da due figure di riferimento a livello internazionale in ambito chirurgico e di diabetologia, il professor Nicola Scopinaro, padre mondiale della chirurgia bariatrica, Presidente Onorario Ifso, International Federation for the Surgery of Obesity, Presidente Onorario SICOB, Società Italiana di Chirurgia dell'Obesità e delle Malattie Metaboliche, Membro Onorario dell'American College of Surgeons e Ordinario di Chirurgia Generale all'Università di Genova, ed il professor Ele Ferrannini, Ordinario di Endocrinologia all'Università di Pisa, Past President della Easd, Società Europea di Diabetologia.
“Scopo del protocollo multicentrico proposto è dimostrare in via definitiva all'Italia e al mondo l'enorme superiorità della terapia chirurgica su quella medica in un grande numero di diabetici, sia obesi che non - annuncia il professor Scopinaro - ma anche di cominciare a guarire pazienti in tutto il Paese. Dal giorno successivo all'intervento, infatti, il 'post-diabetico', una figura che non era mai esistita prima d'ora, non deve più sottoporsi alle iniezioni di insulina nè assumere alcun farmaco. Tutti i valori, infatti, a partire dal livello di glicemia, ritornano in breve alla normalità. E si evitano le gravi complicazioni cardiovascolari, renali, oculistiche, oltre alle possibili amputazioni degli arti inferiori”.
Sulla base dei dati dell'Associazione Medici Diabetologi e della Società Italiana di Diabetologia, circa 1 milione di pazienti con diabete di tipo 2, insufficientemente controllati con la terapia medica, possono essere considerati arruolabili per la diversione biliopancreatica (BMI 25-35), mentre circa 500.000 per il bypass gastrico (BMI 30-35), il quale, provocando obbligatoriamente perdita di peso, non può essere utilizzato nei pazienti con semplice sovrappeso.
Considerando anche i diabetici grandi obesi, che da sempre vengono sottoposti a chirurgia bariatrica con risoluzione del diabete, il numero aumenterebbe ancora.
In Italia, il diabete di tipo 2 colpisce almeno 3 milioni di persone e ogni anno si registrano 150.000 nuovi casi. Oltre il 50% dei soggetti con diabete di tipo 2 è obeso (BMI superiore a 30), più del 40% è sovrappeso (BMI superiore a 25) e solo meno del 5% risulta normopeso o sottopeso. Nel nostro paese, il 51,8% delle persone con diabete di tipo 2 ha un valore di emoglobina glicosilata superiore al 7%.
Tratto da: ASCA, res-map/cam/bra, 21 settembre 2009