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Diabete e spending review

Ecco gli esami di laboratorio ad alto rischio inappropriatezza. Diabetologi Sid: “Possibili risparmi di oltre 50 mln”.

Presi in considerazione oltre 20 parametri di laboratorio richiesti troppo spesso alle persone con diabete. La Società italiana di diabetologia presenta un Position Statement: “È ora di interrompere la pratica di prescrivere esami di laboratorio inutili che rappresentano solo uno spreco senza alcuna utilità clinica”. Stimati risparmi di oltre 50 milioni di euro. IL DOCUMENTO

La Società Italiana di Diabetologia contro gli esami “inutili”. Ed ecco che dopo la decisione di avviare una sua spending review per il diabete, la Sid ha redatto un Position Statement sull’appropriatezza nella prescrizione alle persone con diabete di oltre 20 parametri di laboratorio che risultano essere stati prescritti troppo spesso nel 2014.

“In un momento di ristrettezze economiche com’è quello attuale – afferma il professor Enzo Bonora, Presidente della SID – la ricerca dell’appropriatezza in sanità rappresenta un capitolo importante della spending review. In quest’ottica, la Società Italiana di Diabetologia, consapevole che evitare sprechi è fondamentale per liberare risorse in campo diagnostico e terapeutico. Il Servizio Sanitario Nazionale potrebbe funzionare benissimo e forse anche meglio con il Fondo Sanitario allocato per il 2016, se tutti applicassero in ogni circostanza le ‘4 C’ indispensabili per fare bene il medico: Conoscenza, Competenza, Compassione e Coscienza. L'appropriatezza, sia nelle procedure diagnostiche che nelle scelte terapeutiche, ne sarebbe una logica conseguenza”.

La spesa per il diabete. Attualmente, l’assistenza medica ai circa 4 milioni di italiani con diabete costa al Servizio Sanitario Nazionale circa 16 miliardi di euro, pari a quasi il 15% del Fondo Sanitario Nazionale. Questa spesa (circa 4 mila euro per paziente per anno se vengono considerati i costi reali e non le tariffe virtuali) è così distribuita: 1% per visite specialistiche diabetologiche, 1% per esami di laboratorio di routine come l’emoglobina glicata, 4% per farmaci anti-diabete orali e iniettivi, 4% per dispositivi (siringhe, aghi, lancette e strisce reattive). A fronte del 10% circa della spesa totale attribuibile alla gestione ordinaria della malattia, ben il 90% è da riferire a ricoveri ordinari e Day Hospital (il 68% circa), altri farmaci (14%), consulenza specialistiche extra-diabetologiche, esami strumentali, esami di laboratorio diversi da quelli utilizzati per il monitoraggio ordinario della malattia ma spesso prescritti alle persone con diabete, procedure terapeutiche ambulatoriali (8%).

Le raccomandazioni della SID. Il documento non riguarda i parametri di laboratorio standard utilizzati nel monitoraggio del diabete e neppure l’automonitoraggio glicemico domiciliare, ma un’altra ventina di parametri di laboratorio che vengono spesso prescritti alle persone con diabete senza forti evidenze di una loro reale utilità clinica se non in casi particolari. Si va dal dosaggio dell’acido urico a quello degli enzimi epatici (ALT, AST, GGT), dal dosaggio del calcio a quello della vitamina D, dall’emocromo all’esame fisico-chimico delle urine. Ognuno dei parametri esaminati dagli esperti della SID, ha una sua utilità all’interno di condizioni situazioni cliniche particolari, ma è di limitata o nulla utilità nella grande maggioranza delle circostanze in cui viene prescritto. La SID stima che, su base nazionale, il risparmio annuo derivante da un minor ricorso a questi esami inappropriati nelle persone con diabete (prescritti da specialisti di tutte le discipline e da medici di medicina generale), ammonta a oltre 50 milioni di euro (equivalente alla somma degli stipendi lordi di oltre 600 diabetologi o a tutta la spesa per farmaci anti-diabete consumati in una regione con 5 milioni di abitanti). Il position statement si propone di offrire raccomandazioni evidence-based ai diabetologi, agli altri specialisti e ai medici di medicina generale. Queste raccomandazioni si riferiscono alle sole persone con diabete. Di seguito sono riportate in breve le principali raccomandazioni.

“La SID ritiene – sottolinea il presidente Enzo Bonora – che se tutte le società scientifiche facessero altrettanto per le aree cliniche di loro competenza si potrebbe avviare un percorso virtuoso in grado di determinare risparmi ben superiori ai 100 milioni di euro annui ipotizzati dal Ministero della Salute”.

Tratto da: Quotidiano Sanità, 29 gennaio 2016