5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi è importante!
C.F. 98152160176

Federazione diabete giovanile: “Linee guida Miur-Salute non bastano, serve una legge”

Questa la richiesta della Federazione che chiede chiarezza sulla questione. “La pretendono il 16,87% dei genitori di bambini con diabete, e il 58% del personale scolastico”. “Il diabete a scuola non può essere gestito dagli insegnanti”

La gestione del diabete a scuola non può essere affidata a delle semplici linee guida per gli insegnanti come quelle elaborate dal Miur e dalla Salute nel gennaio scorso. Questa in sostanza la posizione espressa ancora una volta dalla Federazione nazionale diabete giovanile.

“La somministrazione della terapia insulinica - sostiene il  presidente della Federazione Antonio Cabras - richiede il possesso di particolari cognizioni sanitarie (iniezione) e di fatto esclude il bambino diabetico e per garantire la continuità terapeutica in orario scolastico, la somministrazione dei farmaci deve soddisfare tutti i seguenti criteri: deve essere prevista dal Piano Terapeutico Individuale; deve essere indispensabile in orario scolastico; deve essere discrezionale da parte di chi somministra il farmaco nel definire la terapia in relazione al controllo glicemico del momento e della tipologia di alimentazione prevista ( es. minestra piuttosto che pasta, calcolo dei carboidrati ), inoltre in relazione alla individuazione degli eventi in cui occorre somministrarli, ai tempi, alla posologia, alle modalità di somministrazione e/o di conservazione”.

Cade quindi la garanzia della continuità terapeutica, come prevista nel documento interministeriale “perché i criteri citati non sono applicabili per il diabete”.

Per questo la Federazione chiede un Disegno di Legge che dia mandato alle Regioni per predisporre attraverso i Servizi Sanitari Asl gli interventi e per rispondere ai 1.670 casi di emergenze.

“Serve chiarezza - spiega la Federazione - perché lo chiedono il 16,87% dei genitori di bambini con diabete, e il 58% del personale scolastico. Da più parti si continuano a reclamare interventi per l’assistenza alle patologie croniche, fra questi per il diabete. Si continuano a richiedere e studiare Linee Guida in merito. Forse non ci è chiaro cosa siano anche se basterebbe consultare quanto definito dal Sistema nazionale per le Linee Guida (Snlg) che elabora raccomandazioni di comportamento clinico basate sugli studi scientifici più aggiornati”.

“Per ogni patologia – spiega Cabras - le linee guida descrivono le alternative disponibili e le relative possibilità di successo in modo che il medico possa orientarsi nella gran quantità di informazione scientifica in circolazione, e il paziente abbia modo di esprimere consapevolmente le proprie preferenze, e l'amministratore possa compiere scelte razionali in rapporto agli obiettivi e alle priorità locali. Dunque descrivono le relative possibilità di successo in modo che il medico possa orientarsi”.

E per quanto riguarda l’assistenza al bambino con diabete in ambito scolastico ci sono delle linee guida? “Alcuni sostengono di sì – dice Cabras - e sono reclamate ad alta voce”. “Infatti – spiega - al Cap. 3 degli “Aspetti organizzativi e procedurali” elaborato dal Ministero della Salute e dal Miur nella somministrazione dei farmaci per la continuità terapeutica e la gestione delle emergenze in ambito scolastico, le Indicazioni generali prevedono che “L’assistenza agli alunni/studenti con allergia/asma, diabete ed epilessia che comporta la somministrazione di farmaci si configura come una attività che non richiede il possesso di particolari cognizioni di tipo sanitario, né l'esercizio di discrezionalità tecnica da parte di chi interviene; tali attività devono comunque essere supportate da una specifica formazione”.

“Niente di più sbagliato”, ribadisce con forza Cabras. “Non vorremmo che i Medici siano sospesi dall'Ordine e con essi i Direttori Didattici - sottolinea ancora Cabras - per aver adottato le procedure che puntano alla gestione del diabete in ambito scolastico a cura del personale della scuola e dunque per aver 'istigato l'esercizio abusivo della professione medica' con eventuali conseguenze di carattere penale”.

“Osserviamo infatti - prosegue Cabras - che l'art. 348 del codice penale prevede che chiunque abusivamente eserciti una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con una multa da euro 103 a euro 516. La norma penale è diretta a tutelare l'interesse generale a che determinate professioni, in ragione della loro peculiarità e della competenza richiesta per il loro esercizio, siano svolte solo da chi sia provvisto di standard professionali accertati da una speciale abilitazione rilasciata dallo Stato. Il delitto di abusivo esercizio di una professione viene a configurarsi per effetto dell'esercizio di una professione in difetto dei requisiti richiesti dalla disciplina vigente. Occorre dunque – conclude - chiarezza informativa in materia con la promulgazione di una legge che disciplini la materia attraverso il Servizio sanitario nazionale, nato per dare risposte ai cittadini e in questo caso agli alunni/studenti con diabete per definire quanto prima le modalità che consentano di chiudere un percorso ormai iniziato da anni e per il quale l’esigenza di fornire risposte alla collettività interessata ci appare ormai non più procrastinabile”.

Tratto da: Quotidiano Sanità, 01 aprile 2016