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Contro il diabete un piano d'azione che giochi d'anticipo

Agire d’anticipo contro il diabete: è questo l'obiettivo rilanciato martedì 30 maggio da pazienti, medici e rappresentanti delle Istituzioni in un incontro a Roma che si è articolato sulla base della Dichiarazione di Berlino, documento sottoscritto a dicembre 2016 da vari Paesi, con raccomandazioni e misure urgenti da adottare per arrivare, entro 200 giorni, a ridurre le dimensioni del problema diabete di tipo 2 a livello globale. Lo scopo dell'iniziativa è anche di arrivare al prossimo Global Diabetes Policy Forum che si svolgerà proprio a Roma nel mese di ottobre con le carte in regola e con un piano d’azione ben delineato che abbia come parola d’ordine, appunto, l'“azione precoce contro il diabete”.

«Di fronte all’emergenza diabete, le Istituzioni sono chiamate a promuovere iniziative che concretamente possano garantire un miglioramento della salute pubblica nel rispetto dei principi di universalità, equità e solidarietà del sistema sanitario» avverte Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Intergruppo parlamentare “Qualità di vita e diabete” che ha promosso l'incontro. «Per questo – precisa - credo molto nella sinergia tra le associazioni dei pazienti, i rappresentanti istituzionali, gli specialisti, i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta, perché solo con una azione sinergica si può vincere la sfida contro la cronicità in generale e il diabete nel caso specifico».

Applicare le raccomandazioni della Dichiarazione di Berlino potrebbe portare a una diminuzione delle persone che vivono con un diabete non controllato e a una riduzione del 30% delle complicanze e delle ospedalizzazioni, con un conseguente risparmio per il Ssn di circa 700 milioni di euro l’anno.

L’empowerment del cittadino è un «ingrediente fondamentale per raggiungere obiettivi di gestione efficace e precoce del diabete – osserva Rita Lidia Stara, vicepresidente di Diabete Forum - ma è altrettanto importante raggiungere obiettivi condivisi collaborando con Istituzioni, medici e specialisti. Ci troviamo di fronte a uno scenario urgente in cui sarà la diagnosi precoce della patologia a fare la differenza per chi soffre di diabete o si stima ne possa soffrire in futuro».

Una corretta e più efficiente gestione del diabete in Italia passa anche per un più attivo coinvolgimento dei medici di famiglia che «possono e devono ricoprire un ruolo centrale nel potenziamento delle cure primarie nei percorsi di presa in carico delle patologie croniche e in particolare del diabete» dice Fiorenzo Corti, vicesegretario della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia.

Il diabete colpisce attualmente circa 3,5 milioni di italiani oltre a un sommerso stimato in circa 1 milione di persone che ne soffrono senza saperlo. Anche in Italia, come nel resto del mondo, la malattia è in crescita esponenziale: si prevede che nel 2030 saranno circa 5 milioni le persone affette da diabete nel nostro Paese con conseguenti maggiori pressioni sul sistema sanitario nazionale che già oggi per questa malattia affronta una spesa di circa 14,5 miliardi di euro, cioè più del 10% della spesa sanitaria pubblica.

Tratto da: Healthdesk, 01 giugno 2017