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Gestione del diabete, ecco le variabilitā da considerare

La variabilità dell'emoglobina glicata (HbA1c), della pressione arteriosa, del quadro lipidico e dell'uricemia (Ua) influenzano lo sviluppo della malattia renale diabetica, con un impatto diverso sull'evoluzione dell'albuminuria e sul declino della velocità di filtrazione glomerulare. Ecco le conclusioni di uno studio italiano pubblicato su Diabetes, Obesity and Metabolism, primo firmatario Antonio Ceriello, direttore del Dipartimento interaziendale diabete dell'Irccs MultiMedica. «Studi precedenti indicano che la variabilità dell'HbA1c e dei valori pressori si associa al rischio di malattia renale diabetica, ma prima d'ora non esistevano dati sul ruolo della variabilità dei lipidi o dell'uricemia nel rischio di tale patologia» scrivono gli autori, che per chiarire la questione hanno individuato una coorte di pazienti con ≥5 misurazioni di HbA1c, pressione sistolica, diastolica, colesterolo totale, Hdl e Ldl nell'ambito degli archivi dati dell'Associazione Medici Diabetologi (Amd), seguendoli per un massimo di 5 anni.

L'impatto della variabilità di questi parametri sul rischio di malattia renale diabetica è stato valutato con adeguate analisi statistiche su 4.231 pazienti in termini di comparsa di albuminuria e su 7.560 pazienti considerando una diminuzione della velocità di filtrazione glomerulare (eGfr) fino a valori inferiori a 60 mL/min /1,73 m2. E i dati raccolti indicano che un rischio significativamente maggiore di sviluppare albuminuria si associa alla variabilità dell'HbA1c, mentre le variazioni di pressione sistolica e diastolica, di colesterolo Hdl e Ldl, ma soprattutto di uricemia, sono fattori predittivi di una riduzione dell'eGfr. Dallo studio emerge inoltre che la concomitanza tra un'elevata variabilità dell'HbA1c e del colesterolo HDL si associa a probabilità particolarmente alte di sviluppare l'albuminuria, mentre un'elevata variabilità dell'uricemia e della pressione arteriosa diastolica si lega a un rischio particolarmente significativo di declino nell'eGfr, indipendentemente dal valore di partenza. I meccanismi che spiegano questi risultati non sono noti, probabilmente la variabilità glicemica aumenta lo stress ossidativo, considerato il fattore patogeno chiave per complicanze diabetiche, tra cui l'insufficienza renale. Concludono gli autori: «Servono studi di conferma, ma questi dati suggeriscono che quella glicemica è solo una delle variabilità da considerare nella gestione del diabete».

Diabetes, Obesity and Metabolism 2017. doi: 10.1111/dom.12976

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/dom.12976/abstract;jsessionid=A7DDD9867CB7C7289997D935453D9111.f04t03

Tratto da: Diabetologia33, 25 ottobre 2017