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La biologa: «Ho lavorato mesi gratis per continuare le ricerche sul diabete»

Alla ricercatrice cagliaritana Michela Simbula era scaduto il contratto ma ha continuato a lavorare per 5 mesi, a spese sue, su un vaccino per il diabete di tipo 1. Ora la Onlus «Diabete Zero» le ha finanziato una borsa di studio per continuare gli esperimenti.

A suo modo è un cervello di ritorno. Nel senso che si è laureata in Scienze biologiche a Roma a Tor Vergata, il dottorato in Patologia sperimentale molecolare lo ha preso a Torino e per il post doc è tornata a Cagliari, al Centro trapianti per il midollo osseo. Nella sua Sardegna. Due anni di pausa e infine un assegno di ricerca al Cnr di Monserrato, sempre nel Cagliaritano, finanziato dalla Fondazione Telethon prorogato per sei anni. Fino a febbraio del 2018. Sempre grazie a Telethon l’assegno è stato rinnovato sotto forma di prestazioni occasionali, ma a ottobre è scaduto pure quello.

Il contratto scaduto

Michela Simbula, 46 anni di Dolianova residente a Iglesias, a quel punto ha fatto qualcosa che avrebbero fatto in pochi. Anziché restarsene a casa e aspettare che il Cnr completasse le stabilizzazioni nelle quali rientra (ha i requisiti per essere assunta in varie graduatorie) ha scelto di non abbandonare gli esperimenti. E ogni giorno, a spese sue, ha percorso i 53 chilometri che separano la città dove vive da Monserrato e ha continuato a lavorare alla ricerca di un vaccino per il diabete di tipo 1. Gratis, per cinque mesi. Pagandosi da sola pure l’assicurazione per poter lavorare in laboratorio senza problemi. Più di un mese fa aveva raccontato la sua storia alle telecamere di Castedduonline.

La svolta

Da allora le cose sono cambiate di nuovo. Ce lo spiega lei stessa per telefono: «Un mese fa ho dovuto smettere di andare fisicamente al Cnr perché per me non era più economicamente sostenibile e per quattro settimane non sono più andata in laboratorio. La buona notizia è che adesso una onlus cagliaritana che si chiama “Diabete Zero” ha deciso di finanziarmi una borsa di studio che mi permetterà di proseguire gli esperimenti nel mio gruppo di ricerca. Ho ricominciato a lavorare venerdì 12 aprile». Michela fa parte del team del professor Francesco Cucca, direttore dell’Istituto di Ricerca Genetica e Biomedica di Monserrato, e dei colleghi Mauro Congia e Sandro Muntoni. Va avanti: «Il nostro obiettivo è scoprire qual è il meccanismo molecolare attraverso il quale gli anticorpi distruggono il pancreas dei pazienti colpiti dal diabete di tipo 1, perché si tratta di una patologia autoimmune: il sistema immunitario anziché difenderci ci attacca e il pancreas non riesce più a produrre l’insulina». C’è anche una forte componente genetica, in questa malattia. «Sì, è tipica sarda, come per l’anemia mediterranea. È una sfida ancora maggiore per me, da sarda, lavorare a questo progetto». La borsa di studio è di circa mille euro netti al mese. «Per me una boccata d’ossigeno. L’importante è non abbandonare la ricerca!».

Tratto da: Corriere.it, Elvira Serra, 16 aprile 2019

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