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Creme solari, ricerca Usa: servono più test tossicologici su assorbimento di alcuni ingredienti

Creme solari, l'alta concentrazione plasmatica di principi attivi solleva la necessità di nuovi studi tossicologici.

L'applicazione di 4 filtri solari disponibili in commercio su volontari sani ha portato al rilevamento di concentrazioni plasmatiche di principio attivo superiori alla soglia stabilita dalla Fda, ossia agli 0,5 ng/mL. Il possibile assorbimento sistemico degli ingredienti per la protezione solare renderebbe necessario l'avvio di ulteriori studi. Questi gli esiti di una ricerca recentemente pubblicata da Jama in merito all'assorbimento dei principi contenuti nei filtri solari, che evidenziano il bisogno di nuovi e maggiori approfondimenti di natura tossicologica.

Lo studio del gruppo di ricerca della Fda ha svolto analisi su 24 volontari in buona salute tra luglio e agosto 2018, utilizzando 4 filtri solari disponibili in commercio, dei quali due spray, una lozione e una crema. I principali ingredienti esaminati sono stati avobenzone, ossibenzone, octocrylene ed ecamsule. Sul 75% della pelle di ciascun partecipante (destinato in modo casuale a una sola tipologia di prodotto) è stata applicata una quantità di due mg per centimetro quadrato 4 volte al giorno per 4 giorni, dopo di che sono stati raccolti 30 campioni di sangue da ciascun partecipante per 7 giorni.

Le rilevazioni di concentrazioni plasmatiche hanno evidenziato: livelli di avobenzene paria a 4.0 ng/mL per il primo spray e 3,4 ng/mL per il secondo, 4,3 ng/mL per la lozione e 1,8 ng/mL per la crema; livelli di ossibenzone rispettivamente di 209,6 ng/mL, 194,9 ng/mL, 169,3 ng/mL; livelli di octocrylene di 2,9 ng/ml, 1, 7,8 ng/mL, 5,7 ng/mL, 5,7 ng/ml. L'evento avverso più comune riscontrato è stata l'eruzione cutanea, sviluppata in almeno un partecipante per tipo di filtro.

Lo studio ha inoltre rilevato come già nel primo giorno dei 4, dopo 4 applicazioni 23 dei 24 soggetti presentassero già concentrazioni plasmatiche superiori agli 0,5 ng/mL, livelli raggiunti in circa 6 ore dalla prima applicazione di avobenzene, 2 ore dalla prima applicazione di oxybenzone e 6 ore dalla prima di octocrylene. La concentrazione di principi attivi è inoltre aumentata nel tempo, ad indicare il progressivo accumulo.

I risultati dello studio mettono in evidenza il bisogno di ulteriori studi di carattere tossicologico: particolarmente preoccupante la possibile presenza di oxybenzone nel latte materno, nel fluido amniotico e il possibile impatto sul sistema endocrino.

Tratto da: Farmacia33, 12 maggio 2019