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Akkermansia muciniphila: un probiotico contro obesitā e malattie cardio-metaboliche

È un filone di ricerca che va avanti da molti anni ma adesso, per la prima volta, viene dimostrato nell’uomo un beneficio dalla supplementazione giornaliera di Akkermansia muciniphila su una serie di parametri cardio-metabolici. Questo batterio, componente ‘buono’ del microbioma intestinale, potrebbe insomma rivelarsi la prossima arma di prevenzione contro sovrappeso/obesità, diabete di tipo 2, dislipidemie. In attesa di studi su una più ampia casistica, l’industria si porta avanti con il lavoro: entro il 2021 Akkermansia muciniphila sarà disponibile sul mercato come supplemento dietetico.

Il microbiota diventa ‘adulto’ ed entra ufficialmente nell’armamentario della prevenzione. A sancire questo salto di grado epocale è un articolo appena pubblicato su Nature Medicine a firma dello stesso gruppo di ricerca, guidato da Patrice Cani dell’Università di Lovanio che, correva l’anno 2007, scoprì i potenziali effetti benefici di un tipo particolare di batterio intestinale, l’Akkermansia muciniphila. Nei topi questo batterio si era rivelato in grado di rallentare la comparsa di obesità e diabete di tipo 2. A distanza di dieci anni, lo stesso gruppo di ricercatori aveva scoperto (sempre nel topo) che la somministrazione di una forma pastorizzata di Akkermansia muciniphila conferiva un beneficio decisamente superiore rispetto alla forma ‘vivente’ del batterio rispetto alla protezione cardiovascolare, alla resistenza insulinica, all’ipercolesterolemia e all’accumulo di grasso nel tessuto adiposo.

I tempi erano maturi dunque per uno studio di supplementazione nell’uomo, quello appunto i cui risultati sono stati pubblicati su Nature Medicine. I ricercatori dell’Università di Lovanio hanno somministrato l’Akkermansia muciniphila ad un gruppo volontari obesi o in sovrappeso, tutti con insulino-resistenza e sindrome metabolica. I partecipanti allo studio sono stati suddivisi in tre gruppi (somministrazione di batteri vivi, somministrazione di batteri pastorizzati, gruppo di controllo-placebo); durante lo studio non dovevano cambiare le loro abitudini di vita rispetto a dieta e livello di attività fisica. I batteri sono stati somministrazione come supplementi nutritivi.

Scopo principale di questo studio esploratorio ‘proof-of-concept’ era dimostrare intanto che la supplementazione di Akkermansia per 3 mesi di seguito non comportava rischi per i partecipanti. I supplementi di Akkermansia si sono rivelati facile da assumere (a tutto beneficio della compliance) e soprattutto sono stati ottimamente tollerati, sia nella forma vivente che in quella pastorizzata.

 I risultati nell’uomo hanno confermato quanto già osservato negli studi animali: l’assunzione dei batteri pastorizzati è in grado di prevenire il deterioramento dello stato di salute dei soggetti con pre-diabete e portatori di multipli fattori di rischio cardiovascolari. I ricercatori hanno inoltre osservato una riduzione dei marker di infiammazione del fegato, un lieve calo ponderale (di circa 2,3 Kg in media) e una riduzione dei livelli di colesterolo. Per contro, i parametri metabolici (insulino-resistenza e ipercolesterolemia) nel gruppo di controllo mostravano una tendenza ad un ulteriore deterioramento.

Le ricadute pratiche di questo studio

Nel mondo, un decesso su tre è dovuto ad un evento cardiovascolare. Nelle nazioni occidentali una persona su due è in sovrappeso e ad aumentato rischio cardiovascolare. Questo studio ‘parla’ proprio di queste persone e dimostra che la supplementazione di Akkermansia potrebbe rappresentare uno strumento innovativo ed efficace di prevenzione cardiovascolare, dal quale potrebbe trarre beneficio circa la metà della popolazione adulta.

Si tratta di uno studio pilota che andrà confermato da altri con casistica più ampia e follow-up prolungato. Per ora è possibile dire che i supplementi di Akkermansia non sono nocivi per l’uomo e possono ridurre i fattori di rischio cardio-metabolici. Inevitabili le ricadute commerciali: entro il 2021 Akkermansia sarà disponibile al pubblico sotto forma di supplementi dietetici.

Tratto da: Quotidiano Sanità, Maria Rita Montebelli, 03 luglio 2019