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Parkinson, farmaco per iperplasia prostatica rallenta progressione. Ecco come

I risultati di uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Investigation mostrano che terazosina, un farmaco usato per trattare l'ingrossamento della prostata, può rallentare la progressione della malattia di Parkinson. «Sono davvero entusiasta di questa scoperta perché penso che offra l'opportunità di cambiare la vita delle persone con il morbo di Parkinson, e forse con altri tipi di malattie neurodegenerative» spiega l'autore senior dello studio Michael Welsh, della University of Iowa. I ricercatori hanno scoperto che terazosina è in grado di bloccare la morte cellulare, e che questo avviene tramite l'attivazione dell'enzima PGK1, fondamentale per la produzione di energia cellulare. E proprio una ridotta produzione di energia cellulare è un segno distintivo della malattia di Parkinson, tanto che diverse forme ereditarie di tale patologia sono causate da difetti genetici nei percorsi energetici cellulari e che i farmaci che causano la malattia di Parkinson danneggiano la produzione di energia nei neuroni. Gli autori hanno quindi pensato che terazosina potesse aiutare a limitare la morte cellulare in questo tipo di patologia. Per testare la loro ipotesi hanno trattato vari modelli sperimentali di Parkinson con terazosina, e hanno visto che il farmaco è stato in grado di prevenire la neurodegenerazione se somministrato prima dell'inizio della morte cellulare. Ma non solo, il medicinale è stato in grado di rallentare o arrestare la neurodegenerazione anche quando il trattamento è stato iniziato con la neurodegenerazione già in via di sviluppo. I ricercatori hanno quindi voluto valutare se terazosina fosse attiva anche nell'uomo, e per farlo hanno analizzato il database PPMI (Parkinson's Progression Markers Initiative). Ebbene, i dati hanno mostrato che gli uomini con malattia di Parkinson che assumevano terazosina avevano tassi ridotti di disabilità motoria progressiva rispetto agli uomini con Parkinson che assumevano tamsulosina per trattare l'ingrossamento della prostata, farmaco che a differenza di terazosina non ha alcun effetto sull'enzima PGK1. Gli esperti hanno poi valutato anche un database più ampio, l'IBM Watson/Truven Health Analytics MarketScan Database, e anche qui i dati hanno suggerito che, in condizioni reali, terazosina e altri farmaci con effetto su PGK1 possono ridurre i segni, i sintomi e le complicanze del morbo di Parkinson.

J Clin Invest. 2019. Doi: 10.1172/JCI129987 DOI: 10.1172/JCI129987

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31524631

Tratto da: Medicinainterna33, 02 ottobre 2019