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Diabete di tipo 2, maggior rischio di fratture dopo gravi ipoglicemie

Gli uomini adulti e le donne in postmenopausa con diabete di tipo 2 che hanno avuto un episodio di grave ipoglicemia presentano un elevato rischio di frattura, che cresce all’aumentare del numero di eventi ipoglicemici gravi, secondo i risultati di uno studio giapponese pubblicato di recente sulla rivista Diabetes Medicine.

I ricercatori hanno anche scoperto che nei soggetti che non hanno mai avuto un episodio di ipoglicemia grave, un aumento dei livelli di HbA1c ha aumentato il rischio di fratture solo per gli uomini.

«Gli episodi di grave ipoglicemia si sono rilevati fattori di rischio significativi sia per gli uomini che per le donne in postmenopausa, mentre un controllo glicemico molto scarso rappresentava un rischio solo per gli uomini, dopo gli aggiustamento per i potenziali fattori confondenti», hanno scritto Masanori Iwase e colleghi, della Graduate School of Medical Sciences dell'Università di Kyushu e dell’Hakujyuji Hospital di Fukuoka, in Giappone. «Inoltre, l'impatto degli episodi di grave ipoglicemia sulle fratture sembra essere indipendente dai livelli di HbA1c in entrambi i gruppi di soggetti».

Ipoglicemia aumenta il rischio di fratture

Sono stati analizzati i dati di 4.706 uomini adulti e donne in postmenopausa con diabete di tipo 2 provenienti dal registro del diabete di Fukuoka (età media, 66 anni, 41,5% donne in postmenopausa). Ogni anno i partecipanti avevano auto-riportato gli eventi ipoglicemici gravi e le fratture, e i ricercatori hanno registrato i loro livelli di HbA1c durante il follow-up di una durata mediana di 5,3 anni.

Dopo gli aggiustamenti per i fattori confondenti, i partecipanti che avevano riportato almeno due eventi ipoglicemici gravi sono andati incontro a 71,2 fratture per 1.000 anni/persona e avevano un hazard ratio (HR) di 2,11 per una frattura rispetto al gruppo di riferimento, ossia i soggetti senza episodi ipoglicemici e con una HbA1c inferiore a 53 mmol/mol. I ricercatori hanno fatto presente che sia le donne in postmenopausa (HR 1,84) che gli uomini (HR 2,46) che avevano riferito almeno due eventi ipoglicemici presentavano un rischio significativamente più elevato di frattura rispetto al gruppo di riferimento.

I partecipanti con un solo evento ipoglicemico grave hanno manifestato 43,1 fratture per 1.000 anni/persona, con un HR di 1,48 per una frattura rispetto al gruppo di riferimento. Anche se questi uomini presentavano un rischio di frattura significativamente maggiore (HR 2,04), non era lo stesso per le donne in postmenopausa.

Alti livelli di HbA1c significativi solo negli uomini

Allo stesso modo, i partecipanti con una HbA1c di almeno 75 mmol/mol senza eventi ipoglicemici gravi segnalati avevano 40,5 fratture per 1.000 anni/persona e un HR di 1,45 per una frattura rispetto al gruppo di riferimento, un risultato però significativo solo per gli uomini (HR 1,86).

I ricercatori hanno anche scoperto che a ogni aumento di 10,9 mmol/mol della HbA1c basale corrispondeva un aumento del 10% del rischio di frattura (HR 1,1) e che i soggetti con una HbA1c basale di almeno 75 mmol/mol avevano un HR di 1,34 per una frattura rispetto a quelli con livelli basali di HbA1c basale minori di 75 mmol/mol.

«Il nostro studio ha dimostrato che sia l'ipoglicemia grave che il cattivo controllo glicemico sono significativamente correlati a un rischio di fratture più elevato nelle persone affette da diabete di tipo 2», hanno concluso i ricercatori. «Questo studio suggerisce che il target glicemico per prevenire le fratture potrebbe essere un livello di emoglobina glicata inferiore a 75 mmol/mol, un valore di gran lunga superiore a quello utilizzato per prevenire le complicanze microvascolari del diabete e a quello suggerito per gli anziani con diabete di tipo 2».

Più fattori influenzano il rischio di fratture

È chiaro che i pazienti con diabete di tipo 2 abbiano un rischio di fratture più elevato, come è abbastanza chiaro che sono coinvolti più fattori, il che rende improbabile che qualsiasi studio fornisca una risposta semplice, ha affermato Nelson Watts, direttore dei Mercy Health Osteoporosis and Bone Health Services di Cincinnati in Ohio, commentando i risultati della ricerca. «I pazienti con eventi ipoglicemici hanno maggiori probabilità di cadere e le cadute possono provocare fratture. I pazienti con uno scarso controllo della patologia presentano probabilmente cambiamenti nelle componenti ossee che influenzano la qualità dell’osso. Altri fattori probabilmente importanti includono la neuropatia periferica, l'ipotensione posturale e la scarsa visione. Anche una durata del diabete superiore ai 10 anni sembra avere il suo peso».

«Il controllo ottimale del glucosio e un rischio molto basso di ipoglicemia sono obiettivi ragionevoli per tutti i pazienti con diabete di tipo 2. Per i più anziani andrebbe valutato il rischio di fratture e, se elevato, bisognerebbe offrire loro delle misure per ridurre la possibilità che si verifichino. Anche se mancano dati precisi per il diabete, è ragionevole supporre che i farmaci usati per il trattamento a lungo termine dell'osteoporosi postmenopausale (alendronato, risedronato, acido zoledronico e denosumab) siano efficaci», ha aggiunto.

Bibliografia

Komorita Y et al. Both hypo‐ and hyperglycaemia are associated with increased fracture risk in Japanese people with type 2 diabetes: the Fukuoka Diabetes Registry. Diabet Med. 2019 Sep 25.

Tratto da: Pharmastar, Davide Cavaleri, 28 ottobre 2019