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Nelle donne con diabete di tipo 2 lo scarso controllo glicemico aumenta il rischio di fratture

Secondo uno studio brasiliano pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, l'istomorfometria ossea indica che nelle donne in premenopausa con diabete mellito di tipo 2 (T2DM) il controllo glicemico scarso si associa al rimodellamento osseo aumentando il rischio di fratture. «L'osteoporosi è stata recentemente identificata come una complicanza cronica del T2DM, classicamente associato a complicanze croniche a carico di reni, retina e nervi. Il nostro studio dimostra per la prima volta che uno scarso controllo del T2DM può influire sulla qualità ossea riducendo l'osteoformazione. Inoltre, la presenza di complicanze croniche come la retinopatia e la nefropatia si associa a patologie ossee più gravi che incidono anche sulla mineralizzazione e aumentano il rischio di fratture» afferma Vicente Andrade dell'Università Federale di Parana, a Curitaba. Tuttavia, i ricercatori suggeriscono che la qualità della matrice piuttosto che un deficit di densità minerale ossea (BMD) potrebbe essere alla base del problema. Per approfondire il tema, i ricercatori hanno studiato 26 donne con T2DM e un'età media di 41,6 anni. Dieci avevano una HbA1c al di sotto del 7% e si riteneva che avessero un buon controllo glicemico, mentre le restanti 16 con HbA1c più alta erano scarsamente controllate. Tutti le pazienti sono state sottoposte a biopsie ossee, e come gruppo di controllo per i parametri istomorfometrici, sono state ottenute biopsie ossee post-mortem da 15 donne in premenopausa, precedentemente in buona salute. Rispetto ai controlli, il volume osseo era significativamente aumentato nelle donne diabetiche, ma lo spessore dell'osteoide era significativamente ridotto. «Questo suggerisce una microstruttura ossea più robusta, e questi risultati sono coerenti con gli studi che dimostrano che i pazienti con diabete hanno valori di BMD aumentati rispetto alla popolazione generale» scrivono i ricercatori, aggiungendo che il confronto dei gruppi con e senza complicanze croniche mostra un ridotto spessore dell'osteoide nei soggetti scarsamente controllati rispetto a quelli con buon controllo, oltre a una correlazione negativa tra HbA1c, spessore e superficie dell'osteoide. «Queste modifiche a carico dell'osso contribuiscono a ridurne la qualità giustificando un aumentato rischio di fratture nei pazienti con T2DM» conclude Andrade.

J Clin Endoc Metab 2019. Doi: 10.1210/clinem/dgz070

https://doi.org/10.1210/clinem/dgz070

Tratto da: Doctor33, 04 dicembre 2019