5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi č importante!
C.F. 98152160176

Diabete, da Amd progetto per contrastare inerzia clinica nell'era del Covid-19

Da sempre l'inerzia terapeutica rappresenta un problema in diabetologia. La situazione si è però improvvisamente aggravata a causa della recente pandemia Covid-19 che ha reso necessaria la sospensione di oltre 580 mila visite. L'Associazione medici diabetologi (Amd) ha pertanto varato un progetto volto a chiarire il fenomeno e a prospettare nuovi modelli in grado di assicurare continuità e appropriatezza assistenziale.

«L'inerzia terapeutica, o clinica, è una condizione in cui, in ambulatorio, un clinico di fronte a un paziente che necessita di iniziare una cura o intensificarla o passare ad altri regimi terapeutici, rimane "inerte" nonostante vi siano gli elementi clinici per intervenire» ricorda Paolo Di Bartolo, presidente Amd. «È un indicatore da tempo studiato da Amd ma finora focalizzato solo sull'agito del clinico. In realtà si tratta di un fenomeno complesso e multifattoriale in cui rientra anche il paziente che può rifiutare il cambiamento della terapia o essere spaventato da effetti collaterali (come l'ipoglicemia). Altre volte entra in gioco l'aspetto organizzativo: in una visita è difficile, avendo pochi minuti di tempo, discutere la modificazione, spiegare l'uso per esempio di una terapia iniettiva, stilare gli atti amministrativi di un piano terapeutico. Vi sono poi barriere di sistema tra le quali le restrizioni sul budget dedicato al diabete a livello nazionali e regionale. Occorre quindi cambiare vari elementi di sistema ridisegnando l'accesso ai luoghi di cura».

«Indicazioni per comprendere le conseguenze dell'inerzia clinica derivano dall'analisi dagli Annali Amd, un database che coinvolge circa 300 centri di diabetologia su tutto il territorio nazionale e una popolazione di circa mezzo milione di persone con diabete di tipo 2» spiega Antonio Nicolucci, direttore di Coresearch. «Osservando per esempio i pazienti che - in add-on alla metformina - ricevono un secondo farmaco, si rileva che ciò avviene, nel 30% dei casi, in ritardo, quando cioè i valori di HbA1c erano superiori all'8% da oltre 1 anno. Inoltre, a distanza di 1 o 2 anni dall'aggiunta del farmaco, il 25% dei pazienti continua ad avere un'HbA1c superiore all'8%. Quindi, non soltanto ci sono ritardi nell'iniziare una nuova terapia, ma anche nell'intensificarla, se necessario». Quando si tratta di avviare la terapia con insulina e di titolarla correttamente l'inerzia è ancora maggiore, sottolinea Nicolucci. «Un terzo dei pazienti che inizia la terapia insulinica aveva valori di HbA1c superiori all'8% già da 3 anni e il 40% continua ad averli 1 o 2 anni dopo l'inizio della terapia» riporta. Ci si attende, purtroppo, un peggioramento dei dati con l'emergenza da Coronavirus, aggiunge. «Se consideriamo che nel 2019 mediamente in un mese erano effettuate più di 216 mila visite diabetologiche e che, a causa della pandemia, sono state ridotte del 90%, negli ultimi tre mesi si stima ne siano saltate più di 580 mila, di cui 20mila prime visite, che sono cruciali perché da come è avviata la terapia nella prima fase della malattia dipenderà moltissimo il suo andamento futuro e il rischio di sviluppare complicanze».

Per approfondire questa problematica, è stato avviato un progetto articolato in tre fasi, con il grant non condizionante di Novo Nordisk. «La prima fase prevede una fotografia dell'inerzia clinica nel 2019, prima dell'insorgenza della pandemia Covid-19, basata sui dati degli Annali Amd» spiega Domenico Mannino, presidente di Fondazione Amd. «Nella seconda fase sarà attivata una survey per indagare le principali ragioni dell'inerzia dal punto di vista dell'operatore sanitario e del paziente e che conterrà anche domande volte a rilevare l'impatto dell'emergenza Coronavirus sulla gestione del diabete» Parallelamente verrà attivato un osservatorio sulle politiche regionali riguardo all'assistenza diabetologica durante e dopo la pandemia, considerando anche il supporto della telemedicina - là dove è stato possibile attivarla. Nella terza fase, «infine», prosegue Mannino, «si procederà nel mese di dicembre 2020 a una nuova analisi dei dati degli Annali Amd, per verificare quanto l'emergenza sanitaria abbia influenzato i volumi di attività delle diabetologie italiane e misurare nuovamente l'inerzia terapeutica».

L'auspicio, afferma Mannino, «è che i risultati delle tre fasi del progetto consentano di produrre documenti utili per animare un dibattito con Istituzioni nazionali e regionali, diabetologi e associazioni di pazienti, e di implementare soluzioni operative atte a garantire alle persone con diabete cure appropriate e in grado di ridurre il peso clinico, umano, sociale ed economico della malattia». L'appello è accolto con favore da Roberto Pella, presidente dell'Intergruppo parlamentare Obesità & Diabete. «I dati e le considerazione» che emergeranno «dallo studio condotto da Amd consentiranno di porre all'attenzione dei decisori pubblici, a tutti i livelli, le conseguenze dell'inerzia sulla qualità di vita delle persone con diabete e dei loro familiari» dichiara.

Tratto da: Doctor33, 02 luglio 2020