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Dieta Mediterranea e Diabete Mellito. Una protezione per tutti

Diabete mellito: una malattia sempre più diffusa

Sempre più persone nel mondo si trovano a fronteggiare, nel corso della vita, una diagnosi di diabete mellito. Con una prevalenza che oscilla dal 5% al 6% in Italia, e che in alcuni Paesi in via di sviluppo sfiora, secondo le ultime linee guida ESC, il 10%, questa patologia rappresenta un importante problema di salute pubblica, e la sua gestione costituisce una sfida per medici e pazienti.

La sola presenza del diabete, a prescindere da altre patologie spesso ad esso associate (come ipertensione, obesità…) conferisce un rischio raddoppiato, rispetto ai controlli sani, di andare incontro a complicanze cardiovascolari, come infarto cardiaco, ictus cerebrale, arteriopatia periferica.

L’adozione di un corretto stile di vita rimane una pietra miliare per prevenire le complicanze e per migliorare la qualità di vita dei pazienti con diabete; la riduzione del peso corporeo, in particolare, è associata a una riduzione significativa dei valori di emoglobina glicata e del rischio cardiovascolare. L’obesità è infatti una delle principali cause del diabete mellito, nonché uno degli elementi che, insieme all’ipertensione, alla dislipidemia e al diabete stesso concorrono a instaurare la sempre più diffusa condizione che prende il nome di sindrome metabolica.

In associazione con l’attività fisica, la dieta assume pertanto un ruolo fondamentale nei pazienti con diabete.

Diabete e dieta mediterranea

La dieta mediterranea si caratterizza per il basso apporto calorico, per il ridotto introito di colesterolo e grassi saturi e per un’elevata quota di fibre e proteine vegetali. Persone diabetiche con una buona aderenza a uno stile alimentare in linea con quello della dieta mediterranea riescono a ottenere una riduzione del peso corporeo, un miglior controllo glicemico complessivo – che si riflette in più bassi valori di emoglobina glicata – un minore indice glicemico – ossia il picco glicemico che si verifica in seguito all’assunzione di un alimento – e un più basso livello di infiammazione subclinica. Il miglior controllo della malattia (espresso in termini di ipertensione arteriosa, colesterolo LDL, colesterolo HDL, trigliceridi, emoglobina glicata) si riflette in una riduzione del rischio cardiovascolare pari al 21%, secondo un recente lavoro del 2018.

I benefici della dieta mediterranea interessano anche coloro che non hanno una diagnosi di diabete, persone che magari sono ipertese o in sovrappeso, e persino coloro che non hanno alcun fattore di rischio. In tutte queste categorie la dieta mediterranea previene l’obesità e l’aumento della circonferenza addominale e riduce il rischio cardiovascolare e la mortalità a esso correlata.

Quali sono i meccanismi attraverso i quali la dieta mediterranea protegge dal rischio del diabete e dalle sue complicanze?

Innanzitutto la dieta mediterranea, ricca di fibre legate all’introito di frutta, verdura e cereali integrali, previene l’aumento ponderale tramite meccanismi come il senso di sazietà, il basso apporto calorico, il contenimento del picco glicemico post-prandiale, con conseguente riduzione della secrezione insulinica e della lipogenesi (produzione di grasso a partire dai carboidrati).

Il concetto chiave tuttavia è quello di “insulino-resistenza”. Di cosa si tratta? Della diminuita azione che l’insulina esercita sui recettori cellulari, e quindi sui tessuti, a causa di una “resistenza” dei recettori stessi, e della conseguente necessità di un aumento della secrezione di insulina per ottenere i normali effetti da essa prodotti.

L’insulino-resistenza è il meccanismo principale alla base dell’insorgenza del diabete di tipo 2, e il grasso corporeo induce insulino-resistenza. In un circolo vizioso l’insulino-resistenza è causa di dislipidemia, iperglicemia, disfunzioni a livello endoteliale, aumentato rischio di sviluppare aterosclerosi, mentre il tessuto adiposo produce sostanze infiammatorie che aumentano ulteriormente la resistenza all’insulina.

La riduzione del grasso corporeo conseguente all’assunzione di una dieta ipocalorica è quindi fondamentale nello spezzare tale circolo vizioso. Ma non è l’unico meccanismo: la dieta mediterranea è ricca in polifenoli, sostanze antiossidanti contenute in svariati alimenti, tra cui frutta, verdura, vino rosso, olio d’oliva, legumi, frutta secca. I polifenoli sono la più importante fonte di sostanze antiossidanti e antinfiammatorie che possiamo assumere con l’alimentazione, e contribuiscono in maniera significativa a ridurre l’insulino-resistenza. Secondo studi clinici essi agiscono rallentando la digestione dei carboidrati e l’assorbimento del glucosio, stimolando la secrezione di insulina, attivando i recettori per l’insulina e migliorandone la sensibilità per il glucosio. I risultati sono una riduzione nel lungo termine dei livelli di emoglobina glicata e di glicemia a digiuno.

Importante è poi l’apporto di fitosteroli, composti strutturalmente simili al colesterolo ma privi di capacità aterogeniche, da parte di fibre vegetali, frutta secca, olio d’oliva: i fitosteroli vengono assorbiti a livello intestinale dagli stessi recettori per il colesterolo, riducendo così la captazione di colesterolo da parte del fegato e stimolandolo a produrre recettori ulteriori per la captazione di LDL. La fermentazione delle fibre a livello intestinale, inoltre, innalza i livelli di acidi grassi a catena corta, i quali producono un’inibizione della sintesi del colesterolo. Il risultato è una riduzione della colesterolemia totale e del colesterolo LDL. A ciò si aggiunge il fatto che la dieta mediterranea è ricca di acidi grassi polinsaturi (pesce, olio d’oliva) e povera di grassi saturi: essendo questi ultimi precursori del colesterolo LDL, seguire una dieta di questo tipo aiuta a mantenere costantemente bassi i livelli di colesterolo LDL.

Una protezione per tutti

In conclusione, grazie a svariati meccanismi d’azione la dieta mediterranea appare protettiva non solo nei pazienti con diabete conclamato, ma anche in coloro che risultano a rischio di sviluppare tale patologia: i soggetti con un’alterata glicemia a digiuno, o “pre-diabete”. Queste persone, quando seguono una dieta mediterranea, presentano una riduzione del rischio di andare incontro a diabete di oltre il 70% e una diminuzione del rischio cardiovascolare del 60-80%.

La prevenzione rimane, pertanto, l’arma principale a nostra disposizione, e il tempo che precede la potenziale insorgenza della malattia la “golden hour” per cambiare il finale di una storia che, fortunatamente, non è già scritta.

di Francesca Busetti, Geriatra, ospedale di Piove di Sacco (Padova)

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Tratto da: Fondazione Dieta Mediterranea, 01 ottobre 2020