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Lo stile di vita delle coppie ha un impatto sul rischio di diabete

I fattori di rischio legati allo stile di vita, tra cui l'attività fisica e la dieta, risultano essere più influenti rispetto a fattori fisiologici come la tolleranza al glucosio o la sensibilità all'insulina nel determinare il rischio di diabete di tipo 2 all'interno di una coppia. È quanto emerge da una ricerca internazionale divulgata in occasione del 56° congresso annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD). I ricercatori hanno condotto un'analisi trasversale di coppie arruolate nel Maastricht Study, un ampio studio di fenotipizzazione finalizzato allo studio di cause, complicazioni e comorbidità del diabete di tipo 2. È stata valutata un’ampia lista di indicatori di stili di vita e di parametri fisiologici di rilevanza nel diabete e 172 coppie con informazioni complete a riguardo sono state incluse nell'analisi finale. All’interno di tali coppie è stata quindi valutata la concordanza coniugale negli indicatori relativi allo stile di vita (comprensivi di circonferenza della vita, percentuale di grasso corporeo, attività fisica, abitudini alimentari e consumo energetico totale) e nei meccanismi fisiopatologici del diabete di tipo 2 (metabolismo glucidico valutato utilizzando la glicemia a digiuno e postprandiale, l’emoglobina glicata, il test di tolleranza al glucosio e la sensibilità all'insulina). I risultati hanno mostrato concordanza nella coppia tra fattori correlati allo stile di vita, specificamente in termini di abitudini alimentari e di tempo speso in attività fisica ad alta intensità. La concordanza coniugale è invece risultata debole per quanto attiene ai marcatori fisiopatologici del diabete, in quanto più influenzati biologicamente rispetto ai fattori correlati allo stile di vita. I ricercatori hanno spiegato queste osservazioni con riferimento alla tendenza a scegliere un partner che abbia caratteristiche simili alle proprie, anche in termini di abitudini alimentari e di esercizio fisico. Inoltre, una ipotetica spiegazione deriverebbe anche dalla somiglianza nel microbiota intestinale osservata nelle coppie conviventi. Questa ricerca suggerisce la possibile utilità di interventi preventivi mirati alle somiglianze nelle abitudini di vita tra coppie di diabetici, che potrebbero rivelarsi potenzialmente più efficienti proprio in quanto rivolti a modificare aspetti condivisi dello stile di vita.

Fonte: Silverman-Retana et al, 56° EASD 2020.

Tratto da: Cardiolink, 06 ottobre 2020