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Effetti protettivi dei nuovi farmaci antidiabete sul danno renale acuto

Punti chiave

Domanda: Esiste un ruolo di protezione dei farmaci antidiabete di ultima generazione nei confronti del rischio di insufficienza renale acuta?

Risultati: La terapia con SGLT-2 inibitori ha dimostrato una maggiore protezione dal danno renale acuto sia nei confronti del placebo sia nel confronto diretto con le due classi di incretino-mimetici.

Significato: Oltre all’efficacia già nota delle gliflozine sul rallentamento dell’evoluzione della malattia renale cronica, questa network meta-analysis evidenzia la protezione che l’impiego di tali farmaci conferisce nei confronti del danno renale acuto.

Gli effetti protettivi dei farmaci antidiabete di ultima generazione (DPP-4 inibitori [DPP-4i], GLP-1 RA e SGLT-2 inibitori [SGLT-2i]) nei confronti della malattia renale diabetica sono stati e sono tuttora estesamente studiati e dibattuti; minore risalto ha finora avuto l’impatto che tali trattamenti possono determinare sul rischio di insufficienza renale acuta (IRA).

Una metanalisi condotta da un gruppo di ricercatori guidati da Min Zhao (Università di Guangxi, Cina), pubblicata recentemente sul Clinical Journal of the American Society of Nephrology, ha investigato in tal senso, dimostrando un chiaro vantaggio degli SGLT2-i nei confronti delle altre classi, che in ogni caso risultano neutre dal punto di vista del rischio di danno renale acuto.

La carenza di studi di confronto diretto tra le molecole ha indirizzato il gruppo di studio verso l’impiego della metodologia della network metanalysis, che ha permesso la comparazione indiretta tra le molecole nell’ottica di valutarne la safety renale. L’analisi ha riguardato 18 trial con l’inclusione di più di 156.000 pazienti con diabete tipo 2 e con l’analisi di 2051 casi documentati di IRA.

Nell’analisi versus placebo solo gli SGLT-2i presentano un rischio inferiore del 24% di IRA (OR 0,76; IC 95% 0,66-0,88), mentre le due classi di incretino-mimetici hanno un rischio sostanzialmente neutro. Nel confronto diretto tra molecole, gli SGLT-2i risultano superiori a GLP-1 RA (OR 0,79; IC 95% 0,65-0,97) e a DPP-4i (OR 0,68; IC 95% 0,54-0,86). La probabilità determinata statisticamente che gli SGLT-2i siano il trattamento più sicuro rispetto alle altre due classi nei confronti del rischio di IRA è risultata pari all’84%.

Nel commento allo studio i ricercatori individuano la classe degli SGLT2-i come la “migliore scelta” per ridurre il rischio di IRA, e sarebbero quindi particolarmente indicati nei pazienti ad alto rischio renale, dato che si aggiunge alle numerose evidenze disponibili sui benefici che tale classe conferisce nei pazienti (diabetici e non) affetti da insufficienza renale cronica.

Tratto da: AMD Marcello Monesi, 21 gennaio 2021