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L’infezione da Coronavirus 2 (COVID19) altera il compenso glicometabolico e può indurre insulino-resistenza

Con la consulenza del prof. Paolo Fiorina, Centro di Ricerca Pediatrica Romeo ed Enrica Invernizzi dell’Università Statale di Milano, Ospedale Sacco

COVID-19 altera il controllo glicometabolico nei pazienti infettati da SARS-CoV2

Nuove conferme sono emerse da uno  studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica  Nature Metabolism il 25 maggio 2021 che ha coinvolto 551 pazienti ricoverati per COVID-19.

La ricerca, è stata sviluppata dall’Ospedale Sacco e dall’Università Statale di Milano in collaborazione con i Ricercatori del Centro di Ricerca Pediatrica Romeo e Enrica Invernizzi dell’Università Statale di Milano e della Boston Children’s Hospital, Harvard Medical School e Brigham and Women’s Hospital, con Laura Montefusco, Moufida Ben Nasr e Francesca D’Addio come primi co-autori dello studio.

Lo studio ha dimostrato che i pazienti ricoverati per infezione da Coronavirus 2 (SARS-CoV2) manifestano alterazioni del compenso glicometabolico al monitoraggio continuo della glicemia (CGM) associate a modificazioni della resistenza insulinica, alterazioni che persistono anche mesi dopo la guarigione dalla malattia (Long COVID-19, come denominata la coda di sintomi persistenti in un recente articolo pubblicato sulla rivista The Lancet).

Lo studio ha dimostrato che i pazienti con malattia da Coronavirus 2019 (COVID-19) – senza alcuna storia pre-esistente di diagnosi di diabete – hanno una maggiore prevalenza di iperglicemia. Il rilascio di citochine proinfiammatorie come conseguenza della polmonite interstiziale grave conseguente all’infezione da coronavirus 2 può accelerare l’insorgenza di alterazioni metaboliche influenzando negativamente l’omeostasi del glucosio.

In una coorte di 551 pazienti ricoverati per COVID-19 in Italia, è stato riscontrato che il 46% dei pazienti era iperglicemico, mentre il 27% era normoglicemico. Utilizzando test clinici e monitoraggio continuo del glucosio (CGM) in un sottogruppo di pazienti, sono state rilevate alterazioni del controllo glicometabolico, con insulino-resistenza e un profilo anomalo delle citochine, anche in pazienti normoglicemici. Tali anomalie glicemiche possono essere rilevate per almeno 2 mesi nei pazienti guariti dal COVID-19.

COVID-19 provoca insulino-resistenza

“Questo è il primo studio a dimostrare che il virus SARS-CoV-2 induce insulino resistenza e deteriora la normale funzionalità delle cellule beta del pancreas. Queste alterazioni possono portare ad iperglicemia franca che  persiste anche nella fase post-acuta”, spiega il prof. Paolo Fiorina. “In particolare, la comprensione profonda dei meccanismi della malattia potrà facilitare la ricerca di nuove strategie terapeutiche per questa malattia devastante che ha un impatto così importante sulla nostra comunità”.

Come si sviluppa il diabete correlato al COVID-19

“Queste nuove evidenze hanno rivelato come si sviluppa il diabete correlato al COVID-19 e possono aiutare a scoprire il possibile meccanismo della malattia.” aggiunge il Prof. Massimo Galli, direttore del Reparto Malattie Infettive all’Ospedale Sacco e docente dell’Università Statale di Milano. Gli studi precedenti avevano evidenziato finora l’esiguità delle prove sul fatto che SARS-CoV-2 abbia una azione diretta o indiretta sulla funzionalità β-cellulare pancreatica.

“I nostri risultati hanno confermato l’associazione di COVID-19 con un’alterazione complessiva del profilo della glicemia al CGM, del profilo ormonale e del profilo delle citochine pro-infiammatorie (“tempesta citochinica”) nei pazienti con COVID-19, che persiste anche molto tempo dopo l’insorgenza dei sintomi. Infatti, abbiamo riportato alterazioni glicometaboliche simili sia nei pazienti con infezione acuta sia nei pazienti valutati dopo remissione dal COVID-19”, spiega ancora il prof. Fiorina.

Il Prof. Paolo Fiorina conclude ringraziando la Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi per aver reso possibile la ricerca e per il continuo supporto straordinario. “I nostri dati dimostrano che COVID-19 è associato a un controllo glicometabolico aberrante, che può persistere anche dopo il recupero dalla malattia, suggerendo che sono giustificate ulteriori indagini sulle anomalie metaboliche nel contesto del long COVID.

Tratto da: diabete.com, 09 giugno 2021