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Covid-19, molte persone che sviluppano la malattia mostrano iperglicemia. Lo studio

Secondo uno studio pubblicato su Nature Metabolism e portato avanti dall'ospedale Sacco, dall'Ospedale San Paolo e dall'Università degli Studi di Milano in collaborazione con l'Università di Pisa e la Harvard Medical School di Boston, i pazienti con COVID-19 hanno una maggiore prevalenza di iperglicemia. «I nostri dati dimostrano che COVID-19 è associato a un controllo glicometabolico aberrante, che può persistere anche dopo la guarigione dalla malattia, e questo fatto suggerisce che siano giustificate ulteriori indagini sulle anomalie metaboliche nel contesto del long COVID» spiegano gli autori, che sono stati diretti da Paolo Fiorina, della ASST Fatebenefratelli-Sacco, dell'Università di Milano, e della Harvard Medical School.

I ricercatori sono partiti dal fatto che il rilascio di citochine che si verifica come conseguenza dell'infezione da SARS-CoV-2 può accelerare l'insorgenza di alterazioni metaboliche, influenzando l'omeostasi del glucosio. Per meglio comprendere la situazione, hanno valutato i dati di 551 pazienti ricoverati per COVID-19 in Italia senza alcuna storia preesistente o diagnosi di diabete, e ne hanno documentato le anomalie nel controllo glicometabolico, nella resistenza all'insulina e nella funzione delle cellule beta. Inoltre, hanno anche descritto le anomalie glicemiche persistenti nei pazienti guariti due mesi dopo l'insorgenza della malattia. Ebbene, gli esperti hanno riscontrato che il 46% dei pazienti era iperglicemico, mentre il 27% era normoglicemico. Tramite test clinici e monitoraggio continuo del glucosio in un sottogruppo di pazienti, i ricercatori hanno rilevato un controllo glicometabolico alterato, con insulino-resistenza e un profilo anomalo delle citochine, anche in pazienti normoglicemici. Inoltre, gli autori sono stati in grado di rilevare anomalie glicemiche per almeno due mesi nei pazienti che si sono ripresi da COVID-19. «I nostri risultati potranno essere utili per approfondire i meccanismi del diabete in pazienti particolarmente fragili e per mettere a punto nuove strategie terapeutiche per questa malattia» concludono gli esperti.

Nature Metabolism 2021. Doi: 10.1038/s42255-021-00407-6

https://doi.org/10.1038/s42255-021-00407-6 

Tratto da: Diabetologia33, 01 luglio 2021