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Diabete, fratture vertebrali, malattie della tiroide: le possibili conseguenze di Covid-19

Covid-19 ha determinato effetti anche sull’apparato endocrino, tali da far formulare la tesi di un “fenotipo endocrino”. Se ne discuterà al Cuem (Clinical update in endocrinologia e metabolismo) che si svolge on line tra l’1 e il 3 luglio.

«Abbiamo iniziato a pensare subito a un fenotipo endocrino quando abbiamo ipotizzato su BMJ che la vitamina D e la sua carenza fossero coinvolte nell’aumento della suscettibilità all’infezione e nei suoi esiti negativi nel nostro Paese» racconta Andrea Giustina, co-presidente del Cuem, primario dell’Unità di Endocrinologia del San Raffaele di Milano e professore di Endocrinologia e malattie del metabolismo all’Università Vita-Salute San Raffaele del capoluogo lombardo. L’ipotesi, precisa Giustina, si basa sul ruolo di questo ormone nel sistema immunitario e sul fatto che i pazienti ospedalizzati mostravano molto bassi livelli di vitamina D in parte perché nei Paesi mediterranei come Italia e Spagna questa carenza è endemica nella popolazione anziana. «Nonostante l’origine della pandemia sia in Cina – osserva l'esperto - Italia e Spagna sono infatti state rapidamente coinvolte e hanno pagato il tributo più alto in termini di decessi. Oltre all’interessamento polmonare, caratteristico del virus, sono state notate alterazioni dirette o indirette di organi, tessuti e molecole endocrine». L’osservazione ha portato a una revisione appena pubblicata su Endocrine che è al centro del Congresso online.

La prima evidenza emersa è che la maggior parte dei decessi si è verificata negli over 70, con la metà dei casi tra 80 e 89 anni.

La seconda è che gli uomini hanno pagato il tributo maggiore: erano a più alto rischio e, se infettati, mostravano una maggiore gravità dei sintomi e peggiore outcome.

La terza è che il diabete mellito si è manifestato come una delle comorbilità più frequenti e questa relazione si è rivelata bidirezionale. Chi aveva già il diabete era a maggior rischio di ricovero e coinvolgimento polmonare più grave e chi non lo aveva prima di ammalarsi di Covid-19, lo sviluppava durante la malattia. Inoltre, una glicemia cronicamente elevata ha effetti negativi sul sistema immune e si associa a una infiammazione di basso grado che predispone a una eccessiva reazione infiammatoria che peggiora i danni respiratori. Infine, anche le cellule pancreatiche che esprimono il recettore ACE2 (la “porta di ingresso” del virus) possono essere bersaglio della malattia e quindi il SARS-CoV-2 può esercitare un “effetto diabetogeno”.

Lo studio CORONADO invece ha scoperto che un mix di danno diabetico con retinopatia grave e danno renale era un predittore di mortalità precoce e che retinopatia e obesità erano direttamente correlati a un rischio aumentato di intubazione. Allo stesso modo l’obesità ha aumentato la gravità dell’infezione, il rischio di ricovero, la necessità di cure intensive, l’intubazione e la mortalità. E, insieme al sovrappeso, un alto indice di massa corporea determina una resistenza all’assorbimento di Vitamina D che avrebbe invece un effetto protettivo nei confronti delle infezioni e delle infiammazioni sistemiche, migliora la risposta del sistema immunitario e protegge dall’osteoporosi e dalle fratture.

L’onda lunga dell’infezione ha interessato anche la salute delle ossa: uno studio su 114 pazienti Covid-19, ha trovato fratture vertebrali nel 35% di coloro che non avevano mai ricevuto diagnosi di osteoporosi. Inoltre, il tasso di mortalità complessiva risultava raddoppiato in quelli con fratture vertebrali toraciche e più elevato in coloro che avevano una frattura grave rispetto a quelli con fratture lievi o moderate.

Ma una delle scoperte che hanno più allertato gli endocrinologi è stato rilevare una correlazione tra Covid-19 e bassi livelli di calcio «In uno studio monocentrico su oltre 500 pazienti, l’ipocalcemia è stata rilevata in tre quarti di essi, condizione che rappresenta un fattore di rischio indipendente per il ricovero in ospedale» sottolinea Ezio Ghigo, co-presidente del Congresso.

Tratto da: Healthdesk, 02luglio 2021