5permille
5x1000
A te non costa nulla, per noi č importante!
C.F. 98152160176

Quel colesterolo č davvero cattivo

Un alto livello di Ldl costituisce una causa diretta di eventi cardiovascolari avversi, più che un semplice fattore di rischio

Da fattore di rischio a causa diretta di eventi cardiovascolari. Così è stato definito il colesterolo cattivo, ovvero Ldl, dalla comunità scientifica che ha ritoccato verso il basso i valori obiettivo di colesterolo per i pazienti dislipidemici. Una conferma proviene anche dalle ultime linee guida europee, che identificano nel motto The lower, the better la strategia di controllo dell’ipercolesterolemia. Un tema su cui si sono confrontati i massimi esperti di cardiologia italiana durante l’evento «NeoLipid, la gestione dell’ipercolesterolemia in Italia: dall’epidemiologia all’intervento clinico», che si è svolto nei giorni scorsi a Roma.

«Le evidenze raccolte in numerosi studi epidemiologici, genetici e trial randomizzati hanno dimostrato in maniera inequivocabile che le lipoproteine a bassa densità sono il fattore che determina lo sviluppo della malattia cardiovascolare aterosclerotica. Questa variabile biologica è controllata attraverso il dosaggio e la verifica della colesterolemia Ldl, che è quindi la causa principale dell’insorgenza e della progressione della malattia degenerativa dell’apparato cardiocircolatorio», spiega Furio Colivicchi, presidente Anmco, associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri. «Le azioni cliniche e farmacologiche che riducono i livelli di colesterolemia Ldl determinano un miglioramento della prognosi, vale a dire un minor rischio di andare incontro a un evento cardiovascolare avverso quale infarto, ictus o morte cardiaca improvvisa». In particolare gli studi dimostrano che a una riduzione del colesterolo Ldl di circa 40mg/dl corrisponde una diminuzione del 21% degli eventi cardiovascolari maggiori, indipendentemente dal valore di partenza.

Le linee guida europee specificano poi che nella popolazione generale sana il colesterolo Ldl deve essere inferiore a 116mg/dl; in pazienti con rischio moderato, come gli ipertesi o i fumatori, che non hanno avuto eventi acuti, il parametro deve essere tenuto sotto i 100mg/dl; nei soggetti con rischio elevato, come le persone con diabete, bisogna scendere a 70mg/dl. Infine, per tutti coloro che hanno già avuto un evento maggiore (ictus, infarto, pazienti sottoposti ad angioplastica o bypass aortocoronarico) il parametro deve essere inferiore a 55mg/dl.

«Nei soggetti ad elevato rischio, i livelli di colesterolo Ldl devono essere molto bassi, anche inferiori a 40mg/dl in quei pazienti che hanno avuto due infarti nell’arco di ventiquattro mesi», dichiara Ciro Indolfi, presidente Società italiana di cardiologia. «L’aspetto positivo è che abbiamo a disposizione terapie efficaci (statine, ezetimibe, farmaci biologici) che consentono di raggiungere i target terapeutici suggeriti dalle Linee guida. Inoltre, nei pazienti che hanno avuto un evento cardiovascolare avverso, si registrano più alti livelli di aderenza terapeutica rispetto alle persone in prevenzione primaria, in ragione di una maggiore consapevolezza del rischio di mortalità cui sono esposti».

Tratto da: Milano Finanza, Elena Correggia, 26 novembre 2022