Colesterolo alto, un aiuto dalle sostanze naturali
Uno studio ha dimostrato l’efficacia di un nutraceutico nella riduzione del colesterolo cattivo. In Italia soffrono di alterazioni nella quantità dei grassi nel sangue 10 milioni di persone, di queste il 40% non lo sa.
Quasi 5 milioni di italiani non sanno di essere a forte rischio di sviluppare patologie cardiovascolari. Sono quelli che hanno un'alterazione nella quantità di grassi nel sangue, in particolare trigliceridi e colesterolo, ma non ne sono consapevoli. Una fetta ingente, i 40% degli oltre 10 milioni di italiani (circa 1 cittadino su 6) che soffrono di dislipidemie lievi e moderate. Molti sono i prodotti naturali presenti sul mercato che dichiarano un’azione di riduzione dei livelli di colesterolo, pochi quelli che vengono studiati scientificamente. Uno studio su 526 pazienti, pubblicato sulla rivista scientifica FFHD (Functional Foods in Health and Disease), ha ora dimostrato l’azione di monacolina, berberina, bergamotto, Coenzima Q10 e vitamina k2 nel metabolismo del colesterolo LDL: il mix formulato in un prodotto nutraceutico - Liponamed - ha causato una riduzione di oltre il 20% dei livelli del colesterolo LDL già dopo 30 giorni di trattamento.
Un fattore di rischio da non sottovalutare
La correlazione tra dislipidemie e patologie cerebro-cardiovascolari è nota da tempo, e la comunità scientifica è d’accordo sull’importanza di trattare anche il fattore di rischio lieve, perché su alcuni pazienti può avere conseguenze gravi, come infarto del miocardio e aterosclerosi. “Ipercolesterolemia e aumento dei trigliceridi sono condizioni asintomatiche e possono essere individuate solo attraverso esami del sangue, prescritti o come controlli di routine, o per familiarità”, afferma Claudio Cricelli, Presidente SIMG (Società Italiana di Medicina Generale). “Un’arma contro il loro sviluppo è l’attenzione agli stili di vita: non fumare, nutrirsi in modo corretto e praticare attività fisica permettono di ridurne sensibilmente le possibilità di comparsa, che sono maggiori con l’aumento dell’età”.
Le linee guida nazionali e internazionali suggeriscono l’importanza di ridurre la colesterolemia anche nelle forme di dislipidemia lievi, con il mantenimento di un’alimentazione varia ed equilibrata e un corretto stile di vita e l’associazione, se necessario, di specifici integratori alimentari. “Questi prodotti si sono rivelati utili nei soggetti che presentino livelli non ottimali di trigliceridi e colesterolo nel sangue e un rischio cardiovascolare non elevato, poiché permettono di mantenere i normali livelli di colesterolo e trigliceridi”, sottolinea Arrigo Cicero, Presidente della Società Italiana di Nutraceutica (SINut). “Gli studi clinici dedicati sono numerosi e sottolineano principalmente l’utilità di molecole come la monacolina k, che si ottiene dalla fermentazione del riso rosso, e la berberina, che viene estratta direttamente dalle piante. Altre componenti con effetti positivi sui grassi nel sangue sono i fitosteroli, presenti in olii e frutti a guscio, il bergamotto e gli estratti di carciofo”.
Un alleato naturale
Oggi le lipoproteine LDL, la forma ‘cattiva’ di questo grasso, sono considerate una causa della malattia aterosclerotica, non più solo un fattore di rischio. "Questo cambio di paradigma, avvenuto negli ultimi anni, permette di considerare il nutraceutico un alleato importante per il trattamento delle persone con dislipidemie lievi e moderate”, spiega Francesco Natale, cardiologo. Le ultime linee guida della Società Italiana di Cardiologia suggeriscono, per chi presenta colesterolemia lieve e moderata, un miglioramento dello stile di vita e l’introduzione di prodotti a base di sostanze di origine naturale. “Lo studio pubblicato su FFHD è frutto di una collaborazione tra lo specialista e il medico di medicina generale: si tratta di una sinergia fondamentale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari, che permette di raggiungere rapidamente il target di trattamento, con un migliore risultato di prevenzione. Il trattamento long-term a base di nutraceutici, come tutti i trattamenti a lunga durata, presenta un grosso ostacolo: l’aderenza al protocollo. Per questo, la collaborazione stabilita con il medico di famiglia, che ha un rapporto privilegiato con l’assistito, è una delle armi più efficaci”, dice ancora Natale.
L’importanza della formulazione
L’offerta di nutraceutici è molto vasta. Come orientarsi? "Ognuno di essi presenta principi attivi e proprietà salutistiche differenti, non adatte al trattamento di tutti i soggetti. Per questo è importante che la persona non si orienti da sola verso la scelta, ma si rivolga al proprio medico, al biologo nutrizionista o al farmacista. Il prodotto dovrebbe essere scelto sulla base della qualità della materia prima e della formulazione, che spesso prevede più attivi combinati, per sfruttare i molteplici meccanismi d’azione", aggiunge Alessandro Colletti, Dipartimento di Scienze e Tecnologie del Farmaco presso l’Università degli Studi di Torino.
Per esempio, la monacolina k ha un’azione di blocco della sintesi del colesterolo a livello epatico. Il bergamotto si è dimostrato utile per la prevenzione cardiovascolare, perché grazie alle sostanze polifenoliche che contiene è in grado di abbassare i livelli di LDL anche a livello qualitativo: ciò significa che i lipidi che persistono si rivelano meno dannosi per la formazione della placca ateromasica. La berberina, invece, agisce attraverso l’eliminazione del colesterolo a livello del fegato e con il miglioramento dei valori di glicemia sia postprandiale che a digiuno. Anche la vitamina k2 ricopre un ruolo importante nella prevenzione: ha infatti dimostrato di aumentare l’elasticità dei vasi. "Nel panorama dei nutraceutici utili a regolare la funzionalità dell’apparato cardiovascolare esistono opzioni frutto di una ricerca accurata e di una tecnica appositamente studiata e brevettata, utile a massimizzare l’assorbimento dei singoli attivi, come nel caso di Liponamed”, conclude Colletti.
Tratto da: La Repubblica Salute, Dario Rubino, 04 marzo 2023