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Difetti cardiaci congeniti: il diabete materno di tipo 1 aumenta il rischio nei bambini

I tassi di sovrappeso e obesità materna sono aumentati rispettivamente dal 20,3% e 10,7% nel 2006 al 22,2% e 13,3% nel 2016.

Secondo quanto conclude uno studio nazionale condotto in Finlandia e pubblicato su JAMA Network Open, il diabete tipo 1 (T1D) materno, il sovrappeso e l'obesità si associano a un aumento del rischio di difetti cardiaci congeniti (CHD) nella prole.

«Sebbene sia nota una componente ereditaria associata alla malattia coronarica, fattori materni come il sovrappeso, l'obesità e il diabete sono stati associati a un aumento del rischio di malattia coronarica nella prole» esordisce la prima autrice Riitta Turunen del Centro di ricerca pediatrica presso l’Ospedale pediatrico universitario di Helsinki in Finlandia, aggiungendo che il ruolo del T1D materno come fattore di rischio di CHD è stato ben documentato, mentre il ruolo del diabete gestazionale (GDM), dell’obesità e del sovrappeso materni resta da approfondire. Ed è quello che hanno fatto i ricercatori finlandesi svolgendo uno studio a livello nazionale su una coorte di nascite comprendente 620.751 bambini nati tra il 2006 e il 2016 e le loro madri allo scopo di esaminare l’associazione tra malattie coronariche, diabete, sovrappeso e obesità.

«Nel complesso 10.254 di questi bambini (1,7%) avevano una malattia coronarica isolata» scrivono i ricercatori, precisando che durante il periodo di studio la prevalenza di GDM è cresciuta dal 10,3% nel 2006 al 19,2% nel 2016, mentre i tassi di sovrappeso e obesità materna sono aumentati rispettivamente dal 20,3% e 10,7% nel 2006 al 22,2% e 13,3% nel 2016. Tra le madri di bambini con malattia coronarica, il GDM era più comune nei soggetti obesi o sovrappeso (41,1% e 21,1% rispettivamente) rispetto alle madri normopeso (8,2%)» si legge nell’articolo. Non solo: il T1D materno era associato a probabilità significativamente maggiori di CHD nella prole, ma anche il diabete di tipo 2 e il GDM erano associati a un aumento della probabilità di CHD nella prole rispetto all'assenza di diabete materno, sebbene in minor misura. Il T1D era anche associato a un eccesso di rischio in 6 dei 9 sottogruppi di CHD, variando da poco più di tre volte (OR 3,28) per difetti del setto a oltre 7 volte (OR 7,39) per la trasposizione di grandi arterie.

«La prevenzione primaria del sovrappeso e dell'obesità materna e un attento trattamento del diabete pregestazionale possono offrire l'opportunità di ridurre il rischio di CHD nella prole» conclude Turunen.

JAMA Network Open 2023. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2023.50579

http://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.50579

Tratto da: Doctor33, 19 gennaio 2024