La sostenibilitā ambientale nella cura del diabete: l'intervento di Riccardo Candido
Riccardo Candido, presidente nazionale AMD, a margine dell'evento “Care 2Cure. Innovazione terapeutica e sostenibilità ambientale” parla dell'importanza dell'agire sull'inquinamento e sulla sostenibilità ambientale.
Riccardo Candido, presidente nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi, a margine dell'evento “Care 2Cure. Innovazione terapeutica e sostenibilità ambientale” realizzato da Edra con il supporto non condizionante di Novo Nordisk, intervistato ai microfoni di Doctor33, ha parlato di come se non agiamo sull'inquinamento e sulla sostenibilità ambientale aumenta il numero di persone che possono sviluppare il diabete.
Parlare di medicina territoriale o anche di telemedicina e telemonitoraggio comporta anche una riduzione di CO2, quindi un impatto inferiore per l'ambiente.
"Devo dire che quando noi parliamo di sostenibilità in ambito diabetologico, dobbiamo considerare diversi campi" dichiara "Abbiamo la sostenibilità della patologia, della malattia, quello che si chiama il Burden of Disease, quindi la persona che quotidianamente si trova a dover gestire una malattia complessa. Abbiamo la sostenibilità organizzativa: i numeri del diabete dicono che se noi non ragioniamo in termini di organizzazione, il sistema non sarà più sostenibile in termini di possibilità di offerta dell'assistenza. Abbiamo poi la sostenibilità economica, considerando che tutte le innovazioni, sia farmacologiche sia in ambito tecnologico, possono impattare ovviamente sui costi. E poi abbiamo la sostenibilità ambientale, legata ai device, agli strumenti che vengono utilizzati nella gestione della patologia".
"Accanto a questo" conclude "c'è il concetto che l'inquinamento ambientale, l'inquinamento atmosferico, l'inquinamento luminoso, l'inquinamento acustico sono tutte situazioni che contribuiscono a sviluppare il diabete. Quindi entriamo in un circolo vizioso, in base al quale se non agiamo sull'inquinamento ambientale, sulla sostenibilità ambientale, aumentiamo il numero di persone che possono sviluppare la patologia".
Tratto da: Doctor33, 02 agosto 2024