Malattia metabolica del fegato: un percorso su misura per chi ha il diabete
A Modena parte un progetto che vede uniti diabetologi e gastroenterologi per la diagnosi precoce di questo fattore di rischio cardiovascolare. Tanto comune quanto sottovalutato.
L’assistenza dei pazienti diabetici deve tenere conto del rischio di sviluppare complicazioni cardiovascolari e nefrologiche. E un fattore di rischio emergente è la malattia epatica metabolica, una complicanza molto frequente in chi ha il diabete, ma ancora poco considerato nella pratica clinica. È per questo che l’Unità di Medicina Interna ad indirizzo Diabetologico dell’Ausl di Modena e la Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria (Aou) della stessa città (tra i centri di eccellenza in gastroenterologia) hanno lanciato un nuovo progetto, presentato di recente durante il World Congress on Endocrinology, Diabetes, and Metabolism: un percorso condiviso tra le due aziende sanitarie che punta a individuare precocemente la patologia e il suo stadio di sviluppo nei pazienti diabetici.
Un percorso di presa in carico
“Questo progetto – spiega Daniela Piani, Direttrice della Diabetologia dell’Ausl di Modena – consente una presa in carico multidisciplinare e una valutazione più approfondita del rischio cardiovascolare, evitando al paziente la frammentazione dei percorsi di cura e la necessità di ricorrere alla prenotazione di visite ed esami tramite Cup. Si prevede che la stratificazione del rischio cardiovascolare delle persone con diabete possa migliorare la qualità, ma soprattutto l’efficacia dell’assistenza diabetologica, con una significativa ottimizzazione dei costi delle cure”.
A chi è rivolto il progetto
Il progetto è rivolto a tutte le persone con diabete (tipo 1 e 2) in età adulta che accedono agli ambulatori diabetologici distrettuali. L’obiettivo è individuare in modo precoce, mediante test clinici non invasivi e l’utilizzo di ecografia ed elastografia epatica, il grado di steatosi e fibrosi epatica, indicativi della presenza di patologie del fegato, che troppo spesso non vengono ancora diagnosticate nella persona con diabete.
Stratificare il rischio
“La valutazione multidisciplinare di patologie come il diabete e l’obesità – sottolinea Antonio Colecchia, Direttore della Unità di Gastroenterologia Aou Modena – è assolutamente fondamentale in quanto possono presentare complicanze in vari organi ed apparati. La nostra valutazione dei pazienti diabetici - che presentano dal 60 all’80 percento dei casi il fegato grasso, oggi chiamato Masld (Metabolic dysfunction associated steatotic liver disease) - permette di stratificare il loro rischio”.
Il progetto prevede quindi l’individuazione dei pazienti diabetici a più basso rischio cardiovascolare ed epatico, che possono essere inviati alle cure continuative presso il Medico di Medicina Generale e rivalutati a distanza di 18-24 mesi, a seconda dello stato clinico, e quelli invece a più alto rischio, che necessiteranno di controlli periodici presso gli ambulatori diabetologici distrettuali e gli ambulatori epatologici del Policlinico di Modena. Con queste informazioni, i clinici potranno quindi modulare al meglio le scelte terapeutiche per prevenire le complicanze diabetiche.
Tratto da: La Repubblica, Dario Rubino, 09 agosto 2024