PREVENT, nuovo calcolatore di rischio cardiovascolare dell’American Heart Association
Il nuovo calcolatore, PREVENT (predittore del rischio di eventi CV), si basa su dati raccolti su un campione più vasto e più eterogeneo rispetto a quello comunemente usato.
Dopo 10 anni, l’American Heart Association (AHA) ha aggiornato il suo calcolatore di rischio per le malattie cardio vascolari (CV) per adulti di età compresa tra 30 e 79 anni, senza evidenza di malattia CV. «Il nuovo calcolatore, PREVENT (predittore del rischio di eventi CV), si basa su dati raccolti su un campione più vasto e più eterogeneo rispetto a quello comunemente usato, PCEs (pooled cohort equations), ottenuto nel 2013 per adulti di 40-79 anni ispanici non neri e bianchi» specifica Roberta Guido insieme alla Commissione Lipidologia e Metabolismo AME (Associazione Medici Endocrinologi) coordinata da Anna Nelva. «Per determinare le probabilità a 10 e a 30 anni sia di malattia CV aterosclerotica che di scompenso cardiaco PREVENT prende in considerazione anche altre condizioni di salute, quali malattie renali o metaboliche. È prevista la disponibilità del nuovo calcolatore entro il 2024 (https://u-prevent.com) e la sua incorporazione nelle cartelle cliniche informatizzate».
Perché aggiornare adesso? «Le conoscenze sulla malattia CV sono cambiate: ai fattori di rischio (FdR) tradizionali (fumo, ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia) si sono aggiunti la malattia renale, la malattia metabolica, il diabete mellito (DM) e l’obesità» afferma Guido. «La probabilità di sviluppare la malattia CV è moltiplicata da questi “nuovi” FdR e ridotta dall’uso diffuso di statine e altre terapie. Per la prima volta lo scompenso cardiaco è incluso nel rischio totale di malattia CV, e può essere calcolato separatamente, riflettendo ciò che spesso accade nei pazienti con DM o malattia renale. Inoltre, i nuovi modelli eliminano completamente la distinzione tra adulti di etnia nera e bianca e si focalizzano sulle condizioni sociali. PREVENT si basa quindi su dati raccolti su 6.6 milioni di individui inseriti in 46 database, ottenuti sia da studi di ricerca su popolazione sia da dati da cartelle cliniche informatizzate. Nel nuovo modello sono inseriti asiatici, neri, ispanici e caucasici, con età media di 53 anni. Con i nuovi input inseriti e con più vasti esiti di ricerca, i clinici saranno in grado di prevenire le malattie CV prima e con maggior consapevolezza, e potranno raccomandare modifiche dello stile di vita e terapie per modificare i tradizionali FdR CV in giovani adulti, cercando di prevenire lo sviluppo in età avanzata di malattie renali e metaboliche».
Verso un calcolatore di rischio universale. «Un possibile problema nell’includere i dati ottenuti dalle cartelle cliniche informatizzate è la loro potenziale minore affidabilità rispetto ai dati ottenuti dalla ricerca clinica» rileva Guido. «Per verificare questa possibilità, i ricercatori hanno confrontato le relazioni tra FdR ed esiti clinici, ottenuti sia da database di ricerca sia da dati clinici, senza riscontrare differenze significative. Inoltre, anche se elimina l’etnia come predittore, il nuovo calcolatore risulta più accurato tra i gruppi etnici rispetto ai PCEs. Invece dell’etnia i nuovi modelli tengono conto delle condizioni sociali quali determinanti in grado di influenzare lo stato di salute, considerando reddito, istruzione, occupazione, alloggio, caratteristiche del nucleo familiare.
Nuovi input e output. «Per individuare meglio gli effetti sul rischio CV di obesità, DM, iperglicemia e malattie renali, i modelli PREVENT analizzano la salute CV-renale-metabolica (CKM), come recentemente definita da AHA» spiega la specialista. «I ricercatori considerano il filtrato renale come indice base per la valutazione della salute CKM, ma in pazienti a rischio più elevato possono anche utilizzare il rapporto albuminuria-creatininuria e l'emoglobina glicata. L'aggiunta dell'albuminuria è particolarmente importante, essendo un forte marcatore prognostico di eventi CV nei pazienti con malattia renale. Con PREVENT» prosegue Guido «è stato anche ampliato l'endpoint del rischio di malattia CV, in modo da includere lo scompenso cardiaco. Gli SGLT-2 inibitori e altre terapie emergenti possono aiutare a prevenire lo scompenso cardiaco, così come è stato per le statine usate per la malattia aterosclerotica. Sebbene nel campione di convalida dello studio l'accuratezza di PREVENT si sia dimostrata molto alta, il vero test (come per qualsiasi calcolatore) sarà la validazione esterna in altre coorti».
Una visione a lungo termine. «L’obiettivo di PREVENT è consentire molto più precocemente lo screening e la stadiazione dei FdR CV» chiarisce l’esperta. «I pediatri possono fare screening e valutare i rischi CKM fin dalla nascita, includendo fattori pre-natali (il rischio di sviluppare la sindrome CKM aumenta se la madre ha avuto diabete gestazionale o ipertensione durante la gravidanza). Una stadiazione precoce può incoraggiare a modificare precocemente, fin dall'infanzia, i FdR sociali, comportamentali e biologici per CKM».
A partire dai 30 anni, prosegue Guido, i clinici possono iniziare lo screening per il rischio di malattie CV e, se necessario, iniziare terapie specifiche per ridurre la malattia CKM. «Queste terapie possono includere statine, SGLT-2 inibitori, agonisti recettoriali di GLP-1 e farmaci anti-ipertensivi» precisa. «Poiché pochi trentenni hanno un rischio elevato di malattie CV a 10 anni (complessivamente negli Stati Uniti il rischio a quell'età è < 1%), potrebbe risultare particolarmente utile includere stime del rischio dopo 30 anni di malattia. Tuttavia, il punteggio di rischio assoluto a 10 anni, insieme alla riduzione del rischio relativo con trattamenti specifici, è ancora fondamentale per i pazienti più anziani, per valutare i benefici e i rischi del trattamento e guidare decisioni economicamente vantaggiose. Una prospettiva a 30 anni aiuta maggiormente i soggetti giovani, che potrebbero avere difficoltà a vedere i benefici dell'avvio di determinate terapie e cambiamenti dello stile di vita. Si evidenziano alcune aree di possibile ulteriore ricerca: a) identificare quali determinanti sociali della salute hanno maggiore potere predittivo e valutare i modi per meglio identificarli e segnalarli nella pratica clinica; b) investigare su altri FdR predittivi (calcio coronarico, dati genomici); c) investigare su altri esiti, quali il rischio di progressione della malattia renale cronica; d) valutare strategie per implementare le 8 indicazioni essenziali dell'AHA per prevenire le malattie CV: 1) mangia meglio; 2) sii più attivo; 3) evita il fumo; 4) dormi adeguatamente; 5) controlla il peso; 6) controlla il colesterolo; 7) controlla la glicemia; 8) controlla la pressione arteriosa».
In conclusione, dichiara Guido, «l’utilizzo di calcolatori di rischio è sempre più frequente nella pratica clinica ed è importante che questi strumenti siano di facile utilizzo e altamente predittivi. La possibilità di un ampio database potrebbe rendere questo modello molto affidabile, anche se il campione americano potrebbe non essere perfettamente adattabile alla popolazione europea».
JAMA 2024, 331:277-9. doi: 10.1001/jama.2023.25115.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38150239
Tratto da: Doctor33, 22 agosto 2024