Diabete di tipo 2: metformina, dapagliflozin e saxagliptin efficaci insieme
Una tripla terapia di combinazione iniziale composta da metformina, dapagliflozin e saxagliptin si è dimostrata un’opzione efficace e sicura per i pazienti con diabete di tipo 2 naïve al trattamento rispetto a un approccio terapeutico aggiuntivo graduale, secondo i risultati di uno studio pubblicati sulla rivista Diabetes, Obesity & Metabolism.
I risultati dello UK Prospective Diabetes Study e i dati di follow-up a lungo termine hanno indicato che il controllo glicemico precoce e intensivo riduce significativamente il rischio di complicanze diabetiche nei pazienti con diabete di tipo 2. Le linee guida attuali raccomandano una terapia di combinazione precoce per estendere il tempo al fallimento del trattamento, ridurre il rischio di complicanze diabetiche e prevenire l’inerzia clinica nei pazienti con diabete di tipo 2.
Studi osservazionali hanno inoltre indicato che il raggiungimento precoce degli obiettivi glicemici è utile per ritardare l’insorgenza delle complicanze diabetiche, quindi i pazienti con una diagnosi recente di diabete con iperglicemia non adeguatamente controllata sarebbero dei candidati appropriati per la terapia di combinazione precoce.
Negli studi clinici sono state suggerite diverse strategie per il trattamento glicemico intensivo precoce, tra cui la restrizione calorica, la terapia insulinica intensiva e una combinazione di due o tre diverse classi di agenti antidiabetici. La maggior parte degli studi ha dimostrato la superiorità del trattamento glicemico precoce e intensivo rispetto a quello convenzionale per quanto riguarda la riduzione dell’iperglicemia, tuttavia la durata di questi studi è stata generalmente breve e di conseguenza sono disponibili pochi dati sul beneficio del trattamento intensivo precoce per il controllo glicemico duraturo e la prevenzione delle complicanze diabetiche, hanno premesso gli autori.
Uno studio coreano per valutare l’approccio a tripla combinazione iniziale
Questo studio clinico randomizzato, controllato, in aperto, condotto in nove centri in Corea del Sud, ha coinvolto 105 pazienti affetti da diabete di tipo 2 e naïve ai farmaci (età media 49,5 anni, 32,4% donne).
I partecipanti hanno ricevuto da subito una tripla terapia (metformina, SGLT2 inibitore dapagliflozin e DPP-4 inibitore saxagliptin) o una terapia aggiuntiva graduale, iniziata con metformina e seguita da glimepiride e sitagliptin nei pazienti con livelli basali di emoglobina glicata (HbA1c) < 9,0% oppure iniziata con la combinazione di metformina e glimepiride seguita da sitagliptin nei soggetti conHbA1c ≥ 9,0%.
L’outcome primario era la percentuale di pazienti che raggiungevano livelli di HbA1c < 6,5% in assenza di eventi ipoglicemici, aumento di peso ≥ 5% o interruzione dei farmaci a causa di eventi avversi alla settimana 104. Gli esiti secondari erano la percentuale di pazienti con livelli di HbA1c < 7,0% alle settimane 56 e 104 e < 6,5% alla settimana 56, tutti senza ipoglicemia, aumento di peso o interruzione a causa di eventi avversi.
Risultati migliori con la tripla terapia iniziale vs terapia aggiuntiva graduale
Alla settimana 104 ha raggiunto l’endpoint primario una percentuale più che doppia di pazienti nel gruppo tripla terapia rispetto a quelli nel gruppo con terapia aggiuntiva graduale (39,0% vs 17,1%, P=0,027).
In entrambi i gruppi una percentuale simile di partecipanti (46,3%) ha raggiunto livelli di HbA1c < 6,5% alla settimana 104, ma la percentuale di soggetti senza ipoglicemia, aumento di peso o interruzione a causa di eventi avversi è stata significativamente superiore nel gruppo con tripla terapia rispetto a quelli in terapia aggiuntiva graduale (83,3% vs 38,0%, P<0,001).
La tripla terapia ha anche fornito riduzioni maggiori del peso corporeo (differenza tra i gruppi -3,64 kg, P<0,001) rispetto alla terapia aggiuntiva graduale. Nel complesso la combinazione iniziale dei tre farmaci è stata ben tollerata, con meno eventi avversi rispetto alla terapia aggiuntiva graduale (38,0% vs 56,6%).
Lo studio aveva una dimensione del campione relativamente piccola rispetto ai precedenti studi clinici. Un numero maggiore di soggetti nel gruppo con terapia standard aveva livelli di HbA1c ≥ 9,0%, facendo sì che abbiano ricevuto una doppia terapia di combinazione iniziale più del doppio di soggetti rispetto a quelli trattati con la monoterapia iniziale. Inoltre la durata dello studio non è stata insufficiente per valutare gli esiti cardiovascolari.
«Anche se l’efficacia sul controllo glicemico glicemica di ciascun farmaco nella terapia a tripla combinazione era modesta, questi tre agenti insieme hanno mostrato un’efficacia elevata e duratura, con una riduzione superiore al 2,5% dei livelli di HbA1c rispetto al basale» hanno commentato gli autori. «Nel complesso i risultati di questo studio suggeriscono una nuova strategia per l’approccio terapeutico combinato iniziale nei pazienti con diabete di tipo 2 di nuova diagnosi».
Referenze
Kim NH et al. Efficacy and tolerability of initial triple combination therapy with metformin, dapagliflozin and saxagliptin compared with stepwise add-on therapy in drug-naïve patients with type 2 diabetes (TRIPLE-AXEL study): A multicentre, randomized, 104-week, open-label, active-controlled trial. Diabetes Obes Metab. 2024 Jun 10.
Tratto da: Corriere Nazionale, 25 agosto 2024