Frequenza cardiaca nel paziente diabetico: informazioni nascoste!
Diversi studi clinici hanno dimostrato che nei pazienti con diabete mellito di tipo 2 (DM2) valori di frequenza cardiaca (FC) a riposo in ambulatorio >70 battiti/minuto sono associati a un rischio cardiovascolare aumentato, una prognosi peggiore e un esito sfavorevole. Il presente studio mirava a indagare se tali valori di FC riflettessero un'eccessiva attività simpatica. A tale scopo, 58 pazienti con DM2 (età compresa tra 39 e 57 anni) senza segni di neuropatia autonomica e 52 controlli sani di età corrispondente, sono stati arruolati, valutando l'attività nervosa simpatica muscolare mediante microneurografia (MSNA) e la noradrenalina plasmatica venosa (NE), suddividendo la popolazione dello studio in diversi sottogruppi in base ai loro valori di FC clinica e durante le 24 ore. Nei pazienti con DM2, valori maggiori di FC clinica e durante le 24 ore sono stati correlati a valori più alti di MSNA e NE. I valori di soglia della FC indicati dagli studi clinici come associati a un aumento del rischio cardiovascolare (> 70 battiti/minuto) erano associati a valori di MSNA significativamente più elevati rispetto a quelli nei pazienti con FC inferiore a tale soglia, e lo stesso valeva per la NE. Nei pazienti con DM2, sia MSNA che NE erano significativamente correlati alla FC clinica (r = 0.93, P < 0.0001 e r = 0.87, P < 0.0001, rispettivamente) e durante le 24 ore (r = 0.92, P < 0.0001 e r = 0.84, P < 0.0001, rispettivamente). Tali associazioni non sono state rilevate nei controlli sani.
Fonte: Dell’Oro, et al. 10.1007/s10286-024-01054-z.
Tratto da: Cardiolink, Francesco Gentile, 02 ottobre 2024