Obesitā. Farmaci anti-diabete aiutano a perdere peso e migliorano fertilitā maschile
L’equipe dell’Università di Padova dimostra sperimentalmente che i cosiddetti agonisti del recettore del GLP-1, non solo aiutano a dimagrire, ma migliorano anche la motilità degli spermatozoi. I risultati presentati durante il Convegno di Endocrinologia e medicina della riproduzione. Il professor Foresta: “Il recettore del GLP-1 è presente sugli spermatozoi, dove si dimostra un bersaglio farmacologico per migliorare la fertilità”.
L'obesità rappresenta una delle principali sfide di salute pubblica in Italia, con un impatto significativo sia sulla popolazione generale sia sul sistema sanitario. L'obesità è associata a numerose complicanze, tra cui l'infertilità maschile. Essa influisce negativamente sulla salute riproduttiva per diversi motivi. Questo fattore si inserisce nel più ampio problema della denatalità. Dal 2008, anno in cui si registravano 576.000 nascite, in Italia c'è stata una riduzione del 34%, pari a 197.000 unità in meno (dati ISTAT). “Questi dati evidenziano un problema crescente e la necessità di un intervento preventivo o terapeutico”, ha dichiarato Carlo Foresta dell’Università di Padova durante il XXXIX Convegno di Endocrinologia e medicina della riproduzione dal tema “La denatalità e la sessualità tra ambiente e aging”, annunciando la recente scoperta di come una classe di farmaci utilizzati per il trattamento del diabete, i cosiddetti agonisti del recettore del GLP-1, efficaci anche nel favorire un calo di peso del 15-20% in soggetti obesi, siano in grado di agire anche sulla motilità degli spermatozoi, una scoperta che apre le porte a nuovi scenari nella terapia del paziente infertile con obesità.
La ricerca sperimentale in Italia è stata condotta presso l’Università di Padova da un’equipe di ricercatori guidati dal professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta ETS, in collaborazione con il professor Alberto Ferlin del Dipartimento di medicina dell’università di Padova e il professor Andrea Di Nisio dell’Università Pegaso. “La ricerca sta ampliando l'uso di questi farmaci non solo per obesità e diabete, ma anche per altre condizioni associate, come l’infertilità maschile”, spiega ancora Foresta. “Il recettore del GLP-1 infatti non solo è presente in quegli organi di interesse metabolico, ma anche a livello del testicolo e degli spermatozoi”.
I ricercatori hanno confermato la riduzione della qualità del liquido seminale dei soggetti obesi, ed hanno quindi valutato se queste nuove molecole potessero avere un’azione diretta sulle cellule spermatiche, e i risultati sono stati sorprendenti: in seguito a stimolazione in vitro del recettore del GLP-1, la motilità degli spermatozoi aumenta significativamente, attraverso una modificazione della struttura della membrana dello spermatozoo che si realizza con una importante riduzione del colesterolo di membrana, noto nemico della motilità spermatica. “Interventi farmacologici innovativi, come i recenti agonisti del recettore del GLP-1, rappresentano un'importante risorsa terapeutica, ma devono essere integrati con strategie preventive, educazione sanitaria e cambiamenti nello stile di vita”, conclude il professor Foresta. “L'attenzione verso le complicanze dell'obesità, inclusa l'infertilità maschile, sottolinea l'importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione di questa patologia”.
Tratto da: Quotidiano Sanità, 06 dicembre 2024