Renderlo raro e prevedibile
Nuove Linee Guida dell’American Heart Association per la prevenzione primaria dell’ictus: affrontare le disparità sociali e migliorare l’accesso alle cure.
Le Linee Guida 2024 per la prevenzione primaria dell’ictus, pubblicate dall’American Heart Association (AHA) e dall’American Stroke Association (ASA), offrono un approccio completo e aggiornato per affrontare uno dei problemi sanitari più rilevanti a livello globale. Con una revisione significativa rispetto alla versione del 2014, queste Linee Guida (LLGG) integrano nuove evidenze scientifiche e si focalizzano su strategie personalizzate per la prevenzione del primo ictus. Il documento è rivolto principalmente ai medici di base, ma include raccomandazioni utili anche per specialisti e decisori politici. L’ictus è una delle principali cause di morte e disabilità, con oltre 600.000 nuovi casi di primo ictus ogni anno solo negli Stati Uniti. Il costo umano e socioeconomico dell’ictus è altissimo, eppure più della metà degli eventi è considerata prevenibile attraverso interventi efficaci sui fattori di rischio modificabili. Questo è il cuore delle nuove raccomandazioni: prevenire, educare e agire tempestivamente. Uno dei fondamenti di queste LLGG è il concetto di “Life’s Essential 8”, una struttura concettuale che sintetizza otto comportamenti e fattori di rischio fondamentali per la salute cardiovascolare. Questi includono l’alimentazione, l’attività fisica, il controllo del peso, il sonno di qualità, la gestione della pressione arteriosa, il controllo della glicemia, livelli adeguati di colesterolo e la cessazione del fumo.
Questo modello non solo promuove la salute cardiovascolare, ma fornisce anche una base per affrontare molte delle cause dell’ictus ischemico e emorragico. Uno degli aspetti più significativi del documento è il riconoscimento del ruolo cruciale dei determinanti sociali di salute nella prevenzione dell’ictus. Fattori come istruzione, reddito, accesso alle cure e condizioni di vita influenzano in modo significativo il rischio di sviluppare ictus. Le LLGG raccomandano esplicitamente di integrare lo screening per questi determinanti nei protocolli di valutazione clinica, evidenziando come l’accesso limitato alle cure, la sicurezza alimentare e la qualità dell’ambiente possano aggravare i fattori di rischio cardiovascolare. L’adozione di una dieta mediterranea emerge come una delle raccomandazioni principali per la prevenzione dell’ictus. Questa dieta, ricca di frutta, verdura, cereali integrali, noci, olio d’oliva e pesce, ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di eventi cardiovascolari, incluso l’ictus. Studi randomizzati e meta-analisi hanno confermato che questa dieta è particolarmente efficace nei soggetti a rischio intermedio o elevato di malattie cardiovascolari. Viene inoltre consigliata la riduzione del consumo di sodio, soprattutto attraverso la sostituzione del sale da tavola con miscele contenenti cloruro di potassio, un intervento che ha mostrato benefici in contesti specifici. D’altra parte, le LLGG mettono in discussione l’efficacia di alcuni supplementi alimentari. Ad esempio, integratori di omega-3, vitamine C ed E, e multivitaminici non hanno dimostrato benefici significativi nella prevenzione primaria dell’ictus. Viene anche sottolineata l’importanza di personalizzare l’approccio alimentare, tenendo conto delle esigenze specifiche e delle possibilità economiche dei pazienti. Le evidenze supportano fortemente l’importanza di un’attività fisica regolare per la riduzione del rischio di ictus. Si raccomandano almeno 150 minuti di attività fisica moderata (come camminare a passo sostenuto) o 75 minuti di attività intensa (come correre) ogni settimana. Tuttavia, le Linee Guida riconoscono che anche piccoli incrementi nell’attività fisica quotidiana, come camminare o fare giardinaggio, possono avere benefici significativi, specialmente per coloro che non possono impegnarsi in regimi di esercizio più intensi. Inoltre, è raccomandato evitare lunghi periodi di sedentarietà, poiché il comportamento sedentario prolungato è stato associato a un aumento del rischio di ictus. Il controllo della pressione arteriosa rimane uno degli interventi più cruciali per la prevenzione primaria dell’ictus. Le Linee Guida sottolineano l’importanza di mantenere la pressione arteriosa sotto i 130/80 mmHg nei pazienti ad alto rischio. Per raggiungere questo obiettivo, spesso è necessario utilizzare una combinazione di due o più farmaci antipertensivi. Viene ribadita la necessità di monitoraggi regolari e di personalizzare i trattamenti in base alle caratteristiche individuali del paziente. Per i pazienti con diabete di tipo 2, la gestione ottimale della glicemia è essenziale per ridurre il rischio di ictus. I nuovi dati evidenziano l’efficacia degli agonisti del recettore GLP-1, che non solo migliorano il controllo glicemico, ma favoriscono anche la perdita di peso e riducono il rischio cardiovascolare complessivo. Le LLGG raccomandano l’uso di questi farmaci nei pazienti diabetici con alto rischio cardiovascolare. Le raccomandazioni includono un focus dettagliato su gruppi a rischio elevato, come le donne in gravidanza, gli individui transgender e i pazienti con condizioni genetiche rare. Per le donne in gravidanza, viene enfatizzata la gestione tempestiva dell’ipertensione gestazionale e delle complicanze associate, come la preeclampsia, per ridurre il rischio di ictus durante e dopo la gravidanza. Inoltre, per gli individui transgender che assumono terapie ormonali, le Linee Guida sottolineano la necessità di monitorare attentamente i rischi cardiovascolari associati all’uso di estrogeni o testosterone. Le Linee Guida aggiornate forniscono indicazioni chiare sull’uso di terapie antipiastriniche e anticoagulanti per la prevenzione primaria. Ad esempio, nei pazienti con sindrome da anticorpi antifosfolipidi o lupus eritematoso sistemico senza storia di trombosi, l’uso di aspirina a basso dosaggio è raccomandato. Per i pazienti con fibrillazione atriale e un rischio di ictus superiore al 2%, si raccomanda l’anticoagulazione orale, preferibilmente con antagonisti della vitamina K o nuovi anticoagulanti orali. Le Linee Guida 2024 non si limitano a fornire raccomandazioni, ma invitano i professionisti della salute a considerare la prevenzione dell’ictus come un processo continuo e personalizzato. Un elemento cruciale è il coinvolgimento attivo dei pazienti attraverso l’educazione e il counseling. I medici sono invitati a discutere apertamente i fattori di rischio, a stabilire obiettivi realistici e a offrire supporto per superare le barriere, come l’accesso limitato alle risorse sanitarie o la difficoltà nel mantenere cambiamenti comportamentali. Queste Linee Guida rappresentano uno strumento fondamentale non solo per i medici, ma anche per i decisori politici e i leader sanitari, poiché sottolineano la necessità di affrontare le disparità sociali e migliorare l’accesso alle cure. Con un approccio integrato e basato sull’evidenza, le Linee Guida 2024 rappresentano un passo significativo verso un futuro in cui l’ictus sarà una condizione sempre più rara e prevenibile.
Da: Alberto Aimo, Scuola Superiore Sant’Anna e Fondazione Toscana Gabriele Monasterio Pisa.
Tratto da: Cardiolink, 12 dicembre 2024