Multivitaminici dopo infarto: nessun beneficio per i pazienti con diabete
L’uso di integratori multivitaminici e multiminerali è diffuso tra i pazienti con malattie cardiovascolari, ma il loro reale impatto sugli eventi cardiaci rimane incerto. Uno studio clinico randomizzato su 1.000 partecipanti con diabete e pregresso infarto miocardico ha valutato l’efficacia di un’integrazione giornaliera di multivitaminici e multiminerali ad alto dosaggio, con o senza terapia chelante a base di edetato disodico (EDTA), nel ridurre eventi cardiovascolari maggiori rispetto a un placebo. L' EDTA è stato incluso nello studio in quanto utilizzato per decenni come terapia chelante nella prevenzione cardiovascolare, sulla base di evidenze aneddotiche. L’ipotesi era che potesse rimuovere il calcio dalle placche aterosclerotiche e migliorare la funzione vascolare. Tuttavia, studi successivi non hanno confermato alcun beneficio significativo sulla riduzione degli eventi cardiovascolari. Nello studio attuale, dopo un follow-up mediano di 48 mesi, il tasso di eventi cardiovascolari maggiori è stato identico nei gruppi trattati con multivitaminici e placebo (35% in entrambi; hazard ratio [HR], 0.99; intervallo di confidenza [CI] al 95%, 0.80-1.22; P= .92). Inoltre, la combinazione di multivitaminici con terapia chelante non ha mostrato alcun beneficio significativo rispetto al placebo (HR, 0.91; 95% CI, 0.67-1.23; P= .54). I risultati confermano che, nei pazienti con diabete e malattia coronarica cronica, l’assunzione di multivitaminici ad alte dosi, da sola o in combinazione con EDTA, non riduce il rischio cardiovascolare. Questi dati rafforzano la necessità di concentrarsi su strategie di prevenzione consolidate, come il controllo dei fattori di rischio e la terapia medica ottimale.
Fonte: Ujueta F et al. JAMA Intern Med. 2025. doi:10.1001/jamainternmed.2024.8408.
Tratto da: Cardiolink, Martina Chiriacò, 12 marzo 2025