Diabete e obesità: l’impatto emotivo, mentale e sociale del carico stressogeno
Stress e paura possono fare da detonatore per l’insorgenza di molte patologie e per lo sviluppo di complicanze a lungo termine. Come tenere sotto controllo questi fattori.
Nonostante sia ormai ben noto come gestirle e quale stile di vita adottare per tenerle sotto controllo, diabete e obesità sono tra le patologie metaboliche più diffuse e in costante aumento. Perché? Uno degli elementi che gioca un ruolo determinante, ancora troppo sottovalutato nell’interazione con il paziente, è il carico stressogeno che agisce da vero e proprio detonatore rappresentando un importante fattore predisponente non solo per l’insorgenza di molte patologie, ma anche per lo sviluppo di complicanze a lungo termine.
Complicanze fisiche e controlli frequenti
Le complicanze fisiche – neuropatia, gonalgia, cardiopatia – riducono l’autonomia: scegliere un posto in treno, fare le scale o praticare sport richiede calcoli o rinunce; sul piano emotivo la necessità di controlli frequenti, regimi alimentari restrittivi e terapie multiple alimenta frustrazione, senso di colpa, generando anche stigmi e pregiudizi sociali. La complessità dei trattamenti è parte del problema. Un paziente in terapia insulinica teme l’ipoglicemia e tende a limitare vita sociale e lavorativa; depressione e ansia sono fino a due volte più frequenti in queste popolazioni e, a loro volta, peggiorano l’autogestione della malattia, generando un circolo vizioso che incide anche sui costi sanitari.
Le innovazioni farmacologiche offrono strumenti concreti per spezzare questo loop. Le polipillole combinano più principi attivi in una sola dose, semplificando lo schema terapeutico. Gli analoghi insulinici settimanali riducono le iniezioni da 365 a 52 l’anno; gli inibitori di PCSK9, somministrati ogni 15-30 giorni, stabilizzano la colesterolemia senza promemoria quotidiani. Farmaci pleiotropici come gli SGLT2-inibitori e gli agonisti GLP-1/GIP agiscono contemporaneamente su glicemia, peso, pressione e rischio cardiovascolare con un’unica molecola.
A settembre il congresso Ipem 2025
L’innovazione farmacologica, però, va innestata in percorsi assistenziali realmente centrati sulla persona. Servono team multidisciplinari che integrino counseling psicologico, educazione nutrizionale, training fisico e supporto sociale e una comunicazione chiara, empatica e libera da bias. È questo approccio multidisciplinare il focus centrale del Congresso IPEM 2025 “La fenomenologia dello stress nelle malattie croniche quali diabete e obesità” che si svolgerà i prossimi 5 e 6 settembre al Collegio Ghislieri di Pavia, organizzato dalla società di formazione e comunicazione scientifica Fenix. Un appuntamento che ogni anno si concentra su uno specifico tema legato a diabete e obesità proponendo un’osservazione anche da altre angolazioni, non prettamente mediche, ma in un’ottica one health per contribuire a comprendere e correggere i fattori di rischio non clinici legati allo sviluppo e alla gestione delle malattie metaboliche. Si approfondirà quindi l’importanza che un paziente affetto da diabete o obesità sia trattato e sostenuto anche dal punto di vista psicologico con l’intervento del Dott. Claudio Mencacci - medico psichiatra, presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia e presidente Fondazione Onda ma, anche, dello stress indotto da una diagnosi di una malattia cronica o di malattie, come diabete ed obesità, spesso gravate da un pregiudizio. Anche le parole possono fare male: il modo di comunicare e di relazionarsi può generare stress o al contrario essere d’aiuto per cercare di evitarlo e aumentare empatia, benessere e risultati. Un tema cruciale di cui parlerà Chiara Niccolai dell’agenzia di pubblicità BBDO, esperta di comunicazione e advertising. Chiuderà i lavori del Congresso un team di psicologi che, attraverso simulazioni strutturate come giochi di ruolo, fornirà a medici ed operatori sanitari suggerimenti su come affrontare e gestire gli stati ansiosi più comuni nelle patologie metaboliche.
Presa in carico multidisciplinare
Lo stesso approccio che viene applicato negli ambulatori dell’ASST Pavia dove la presa in carico multidisciplinare - solo lo scorso anno oltre 10.000 pazienti - consente l’identificazione degli eventi stressanti e il ruolo che questi possono avere avuto nella fase di esordio della malattia, ma che soprattutto possono concorrere al suo mantenimento per consentire al paziente di ottenere non solo una perdita di peso o un miglioramento del compenso glicemico ma in linea generale un miglioramento della salute in toto e un benessere duraturo.
Nadia Cerutti, Direttrice SC Nutrizione clinica diabetologia e malattie endocrine dell’ASST PAVIA, Responsabile Scientifica Congresso IPEM 2025 “La fenomenologia dello stress nelle malattie croniche quali diabete e obesità”.
Tratto da: Il Sole 24 Ore, 02 luglio 2024