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Diabete. In Veneto il progetto per la terapia cellulare

Lanzarin: “È un Progetto al quale la Regione ha creduto sin dal primo momento, che vale un investimento di 6 milioni complessivi in 3 anni. Ancora una volta, il sistema sanitario veneto non ha rinunciato a progredire e ricercare nonostante tante energie fossero rivolte alla lotta al Covid. Quello che si prospetta per questo Progetto è un risultato eccezionale e i primi risultati si vedranno già l’anno prossimo”.

C’è una nuova speranza di una vita migliore per i 280 mila pazienti attualmente affetti da diabete di tipo 1 (il più grave, che ha colpito 16.000 persone in età infantile, delle quali 1.700 sono bambini e ragazzi da zero a 18 anni) o di tipo 2.

Si chiama “Progetto Veneto per la Terapia Cellulare del Diabete”, presentato oggi all’Azienda Ospedaliera di Padova, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin e del direttore generale, Giuseppe Dal Ben dal professor Paolo Rigotti (direttore dell’Uoc trapianto di rene e pancreas) e dalla professoressa Lucrezia Furian, con i quali collabora un giovane e preparato team multidisciplinare.

Fino a poco tempo fa, l’unico rimedio efficace per i casi più gravi di diabete era il trapianto di pancreas (l’organo che produce l’insulina). La vita del diabetico è pesantemente condizionata, dovendosi sottoporre ogni anno a 750 misurazioni della glicemia con pungidito, a 4.000 da sensore, a 1.800 iniezioni di insulina. Più una dieta ferrea e varie altre precauzioni quotidiane.

Il Progetto presentato oggi guarda a un futuro decisamente migliore, grazie all’utilizzo del trapianto non dell’intero pancreas, ma di “insule pancreatiche”, che sono quella piccola parte delle cellule del pancreas che producono l’insulina, tramite una semplice puntura percutanea eseguita da radiologi interventisti. Nonostante non si tratti di un trapianto “tradizionale”, anche questa pratica innovativa richiede poi il trattamento antirigetto, ma a Padova stanno già studiando anche la realizzazione di “insule microincapsulate”, che non necessiteranno di terapia immunosoppressiva a lungo termine.

“È un Progetto – ha detto la Lanzarin – al quale la Regione ha creduto sin dal primo momento, che vale un investimento di 6 milioni complessivi in 3 anni, e che ha già avuto il via libera dalla commissione regionale che valuta gli investimenti in sanità, la Crite. È bello verificare che, ancora una volta, il sistema sanitario veneto non ha rinunciato a progredire e ricercare nonostante tante energie fossero rivolte alla lotta al Covid, che i nostri sanitari, con i quali mi congratulo, hanno continuato ad andare avanti nella ricerca di nuove cure per i malati”.

“Quello che si prospetta per questo Progetto – spiega Lanzarin - è un risultato eccezionale e i primi risultati si vedranno già l’anno prossimo con l’avvio del trapianto standard di insule pancreatiche su pazienti diabetici adulti selezionati per condizioni cliniche, ottimizzando di pari passo il procurement di pancreas da donatore deceduto. Ci rivedremo – ha concluso – per festeggiare la concretizzazione dei vari step di questa nuova frontiera della medicina”.

La fase Start del Progetto è iniziata nel 2020, e prosegue nel 2021, con l’allestimento della facility con l’acquisizione delle apparecchiature necessarie per la processazione delle insule e il controllo di qualità, con l’acquisizione di personale (medici, biologi, biotecnologi), con l’avvio della formazione e con la verifica della corrispondenza dei requisiti tecnici alle Linee Guida Nazionali per il prelievo, la processazione e l’utilizzo di cellule pancreatiche ai fini delle autorizzazioni regionali e dell’accreditamento presso il Centro Nazionale Trapianti.

Il 2022 sarà l’anno dell’avvio dell’attività su pazienti diabetici adulti, per arrivare, nel 2024, al trapianto di insule microincapsulate anche per i bimbi.

Tratto da: Quotidiano Sanità, 16 luglio 2021