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Un farmaco per abbassare il colesterolo può proteggere gli occhi dei diabetici

Al fenofibrato era già stata riconosciuta la capacità di proteggere dalla progressione della retinopatia diabetica, ma non si sapeva come ci riuscisse. Uno studio VIMM-Università di Padova pubblicato su Diabetologia colma la lacuna: il farmaco stimola le cellule staminali circolanti.

Potrebbe esserci una soluzione a portata di mano per mettere un freno alla retinopatia diabetica: un farmaco ampiamente utilizzato per abbassare i livelli di trigliceridi e colesterolo. Si tratta del fenofibrato che, secondo uno studio pubblicato su Diabetologia, rivista ufficiale della European Association for the Study of Diabetes (EASD), è capace di aumentare il livello di cellule ematopoietiche circolanti e, in tal modo, esercita un effetto positivo sugli occhi dei pazienti diabetici.

La ricerca è stata condotta da ricercatori del dipartimento di Medicina dell’Università di Padova e dell’Istituto Veneto di Medicina Molecolare (VIMM) coordinati da Gian Paolo Fadini.

Il fenofibrato è un farmaco comunemente utilizzato anche nei diabetici per abbassare la concentrazione di colesterolo e trigliceridi nel sangue e da qualche tempo si era osservata la sua utilità nel frenare la progressione della retinopatia, una complicanza del diabete che può portare alla cecità e che è collegata al danno ai vasi sanguigni che irrorano la retina. Non era però chiaro in che modo la sostanza esercitasse questa azione protettiva. Oggi i ricercatori italiani hanno scoperto a cosa si deve questa proprietà del farmaco: il danno alla vista viene contenuto stimolando le cellule staminali ematopoietiche circolanti.

«Avevamo notato che i pazienti diabetici con bassi livelli di cellule staminali circolanti hanno un rischio aumentato di progredire verso stadi più avanzati di retinopatia. Abbiamo quindi cercato di capire come sia possibile stimolare le cellule staminali circolanti, che hanno un ruolo chiave nel proteggere i tessuti e gli organi dal danno cronico e il cui meccanismo di protezione è compromesso dal diabete. Partendo da questo assunto, Il nostro laboratorio potrà lavorare nell’identificazione di approcci terapeutici per ripristinare la protezione d’organo tramite le cellule staminali nei pazienti con diabete», spiega Fadini.

I ricercatori hanno reclutato per lo studio 41 pazienti dall’età media di 57 anni con retinopatia diabetica che convivevano con il diabete da circa 18 anni e li hanno divisi in due gruppi: il primo è stato trattato con il farmaco per 12 settimane, il secondo con il placebo.

In confronto al placebo il fenofibrato aveva provocato un significativo aumento dei livelli di cellule staminali circolanti.

E questo meccanismo potrebbe spiegare come mai il fenofibrato riduce la progressione della retinopatia diabetica.

«Comprendere il meccanismo di un trattamento è un passo fondamentale per permetterne un suo utilizzo su larga scala. Questo nuovo studio fornisce un importante contributo alle nostre conoscenze di come sia possibile prevenire la progressione di una delle più temibili complicanze croniche del diabete per cui, ancora oggi, ci sono limitate opportunità terapeutiche», commenta Angelo Avogaro, professore di endocrinologia e direttore della Diabetologia di Padova che ha partecipato allo studio.

Tratto da: Healthdesk, 21 ottobre 2021