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Diabete: le nuove linee guida Aace spiegano come gestire la patologia

L’impiego precoce delle terapie innovative è indicato per prevenire le complicanze

Pubblicate le nuove linee guida per la gestione del diabete, una patologia che in Italia colpisce oltre 3 milioni di persone. Il documento, elaborato dall’American association of clinical endocrinologists (Aace), stabilisce che le terapie innovative per la cura del diabete potranno essere impiegate fin dalle prime fasi della malattia. Questo permetterà di migliorare il controllo dei livelli glicemici e di prevenire le complicanze.

Le “Linee guida per la gestione clinica e assistenziale del diabete 2016” sono state presentate durante il convegno “1st Ame Diabetes Update”, che si è tenuto il 5 e il 6 febbraio a Napoli, su iniziativa dell’Associazione medici endocrinologi (Ame). “La novità dell’edizione 2016 delle Linee Guida Aace è l’indicazione circa l’impiego precoce, nelle prime fasi della malattia, delle terapie innovative - spiega Enrico Papini, responsabile scientifico Ame e Direttore della Struttura complessa di Endocrinologia e malattie del metabolismo dell'ospedale “Regina Apostolorum” di Albano Laziale -. Queste ultime, infatti, consentono di raggiungere un soddisfacente controllo dei valori glicemici minimizzando il rischio di provocare pericolosi episodi di ipoglicemia”.

Tenere a freno le crisi ipoglicemiche potrebbe ridurre il rischio di andare incontro a complicazioni. “Il miglioramento e la maggiore stabilità del controllo metabolico, così assicurati, sono rilevanti per la prevenzione delle complicanze che, nel tempo, possono derivare dal diabete mal controllato, sotto forma di impegno cardiovascolare, renale, oculare e della circolazione degli arti inferiori – prosegue Papini -. Si stima che il diabete sia associato ad un aumento molto sensibile del rischio di mortalità da varie cause, ed è quindi di fondamentale importanza un trattamento precoce della malattia e la prevenzione delle sue complicanze”.

I trattamenti innovativi, a differenza delle terapie tradizionali, permettono anche di perdere peso. “Le nuove terapie, recentemente introdotte, controllano i livelli glicemici e sono in grado di prevenire, come già detto, le crisi ipoglicemiche garantendo ai pazienti lo svolgimento delle più comuni attività, come guidare un’auto, con la certezza di poterlo fare in sicurezza - osserva Giorgio Borretta, Direttore medico della S.C. di Endocrinologia e malattie del ricambio dell'Azienda ospedaliera “S. Croce e Carle” di Cuneo -. Ma, l’aspetto più innovativo è rappresentato dalla capacità di questi farmaci di far perdere peso interrompendo il circolo vizioso rappresentato da alcune molecole per il controllo glicemico che tendevano a far ingrassare. Per il diabete di tipo 2, infatti, uno dei fattori sfavorevoli a un adeguato compenso metabolico è proprio rappresentato dal sovrappeso: disporre di farmaci capaci di agire sulla perdita di peso corporeo è fondamentale”.

Le nuove linee guida evidenziano l’importanza di rafforzare il dialogo tra medico e paziente, per influenzare positivamente lo stile di vita dei diabetici. L'obiettivo è quello di indurli ad abbandonare le abitudini scorrette e a combattere, in particolare, sedentarietà e sovrappeso. Per farlo, serve una sorta di “terapia comportamentale” che preveda “l'adozione di un regime dietetico specifico, maggiori conoscenze sull’indice glicemico dei diversi cibi e delle congrue associazioni tra gruppi alimentari diversi, e l’attività fisica regolare – dichiara Silvio Settembrini, Dirigente medico di Malattie metaboliche e diabetologia presso l'Asl Napoli 1 Centro -. È necessaria una sana alimentazione con preferenza per i grassi insaturi vegetali, la limitazione degli zuccheri a rapido assorbimento e, per chi si sottopone a terapia con insulina, il conteggio dei carboidrati. Non meno importanti, una attività fisica moderata, per almeno 150 minuti a settimana e il riposo notturno di almeno 7 ore”.

Tratto da: Il Sole 24 Ore Salute, 16 febbraio 2016