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Diabete 1, monitoraggio glicemico continuo č il gold standard di cura

La Endocrine Society ha pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (Jcem) una linea guida di pratica clinica che raccomanda il monitoraggio glicemico continuo (Cgm) come gold standard di cura per gli adulti con diabete di tipo 1 (DM1). «I dispositivi Cgm misurano il glucosio circolante ogni pochi minuti giorno e notte, disponendo di allarmi per avvertire in caso di iper o ipoglicemia» spiega Anne Peters, University of Keck School Southern California of Medicine Los Angeles, presidente della task force che ha stilato il documento, ricordando che rispetto al consueto automonitoraggio il Cgm offre un migliore controllo glicemico senza aumentare gli episodi ipoglicemici. Gli esperti suggeriscono inoltre che il Cgm può essere utilizzato per brevi periodi e in modo intermittente anche nei pazienti con diabete tipo 2 in cui si verificano spesso iperglicemie. «Raccomandiamo caldamente anche l'infusione sottocutanea continua di insulina in pompa al posto delle iniezioni multiple nei soggetti con DM1 con scarso controllo glicometabolico che sono in grado di usare il dispositivo» scrivono gli autori, aggiungendo che le pompe sono raccomandate nelle persone con ipoglicemie frequenti o glicemie variabili, oppure in coloro che vogliono semplicemente curare meglio il diabete.

«L'infusione continua di insulina è spesso usata in combinazione con il Cgm, una tecnologia emergente nel trattamento del diabete. Tali apparecchi, compreso il pancreas artificiale, sono progettati per gestire automaticamente i livelli di zucchero nel sangue nelle persone con DM1, erogando appropriati dosaggi di insulina in relazione ai valori glicemici misurati, permettendo in tal modo di prevenire minacciose iper o ipoglicemie. «Indipendentemente dalla tecnologia usata, raccomandiamo che i pazienti e gli operatori sanitari vengano adeguatamente formati sull'argomento» riprende Peters. E commenta: «Il successo di un dispositivo è correlato alla volontà di un individuo di usarlo e di capirne la tecnologia. È quindi di importanza fondamentale garantire al paziente una facile gestione dell'apparecchio di sua scelta».

doi: 10.1210/jc.2016-2534

Tratto da: Medicinainterna33, 11 ottobre 2016