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Innovazione terapeutica, Van Doorne (Eupati): ai pazienti ruolo attivo nel processo

Con grande frequenza si parla di medicina centrata sul paziente, intesa come strategia clinica sempre più personalizzata sul singolo malato, che peraltro mantiene un ruolo passivo nel processo di cura. È invece un suo ruolo attivo nell'innovazione terapeutica che viene promosso da Eupati, progetto europeo che ha l'obiettivo di informare e coinvolgere i pazienti sulle modalità di ricerca e sviluppo dei farmaci (R&D). Abbiamo chiesto a Dominique van Doorne, medico endocrinologo componente del comitato esecutivo dell'Accademia dei pazienti, di spiegarci la filosofia e le attività dell'organizzazione.

Che cos'è il progetto Eupati e qual è il suo obiettivo fondamentale?

Lo scopo di Eupati (European Patients' Academy on Therapeutic Innovation) è quello di formare i pazienti sul complesso meccanismo della Ricerca e Sviluppo (R&D) dei farmaci. La formazione obiettiva, trasparente e garantita, fortemente voluta e controllata dai pazienti, aumenta le loro capacità e competenze per divenire sostenitori e consulenti negli studi clinici, nella valutazione di Health Technology Assessment (HTA), nella fase di registrazione dei farmaci e ovviamente nei comitati etici.

Come avviene la formazione del paziente esperto?

Il percorso formativo Eupati è stato progettato su 3 diversi livelli. Un primo livello (denominato "esperto") è il più complesso: si basa su un corso formativo molto impegnativo, di alto livello, con una struttura a moduli di tipo accademico, della durata di 14 mesi. Gli argomenti affrontati sono molto vasti e coprono tutto il ciclo di vita dei farmaci: dalla scoperta delle molecole agli studi preclinici e clinici fino alle procedure regolatorie per l'immissione in commercio e alla farmacovigilanza. I 100 pazienti esperti finora formati (di cui 5 italiani) hanno ricevuto una certificazione ufficiale e molti sono già consulenti di enti regolatori, ricercatori e aziende farmaceutiche. Il secondo livello ("educazione"), rivolto ai pazienti che vogliano avere una buona formazione ed essere attivi nell'ambito della R&D dei farmaci, si basa sull'utilizzo del "Toolbox": uno strumento online (www.eupati.eu/it/) semplice e chiaro - ideato e varato nel gennaio 2016 da Eupati - definibile come un vademecum per i pazienti, con tutte le informazioni su questi temi. Il terzo livello ("informazione") diretto al grande pubblico, sarà una sorta di Wikipedia Eupati per dare a tutti le conoscenze di base al fine di migliorare il rapporto dei pazienti con i farmaci e ridurre i pregiudizi sulla ricerca.

Qual è la realtà italiana di Eupati? Avete interlocutori scientifici o istituzionali con i quali vi confrontate?

Nel 2014, è stata fondata l'Accademia dei Pazienti che si pone l'obiettivo di diffondere il progetto Eupati a livello nazionale e di ampliare il network e le attività formative. Sia il Board Scientifico dell'Accademia che la Piattaforma Italiana Eupati riuniscono diversi gruppi di stakeholder nazionali tra pazienti, accademie, ricercatori, rappresentanti delle industrie, professionisti della salute, istituzioni governative, enti regolatori e media.

Nel caso di una persona con diabete, quale potrebbe essere il modo ottimale di sfruttare le risorse offerte dal progetto Eupati? In che modo cambia il suo rapporto con i farmaci, i ricercatori ed i medici?

L'armamentario terapeutico per la cura del diabete si sta notevolmente arricchendo e cambia velocemente l'algoritmo terapeutico. Una buona alleanza medico paziente in queste fasi è indispensabile. Un paziente diabetico esperto può aiutare i clinici a focalizzare gli unmetneeds, a disegnare gli studi clinici, a scrivere il consenso informato, a dare un parere autorevole nei comitati bioetici e ad aumentare l'arruolamento dei pazienti negli studi clinici.

Tratto da: Diabetologia33, 12 ottobre 2016