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Nuove linee guida sul trattamento della malattia arteriosa periferica

L'American Heart Association e l'American College of Cardiology hanno pubblicato sulle rispettive riviste Circulation e Journal of the American College of Cardiology un documento congiunto sulla gestione della malattia arteriosa periferica (Pad), che sostituisce la versione del 2011. «La malattia arteriosa periferica è una malattia piuttosto frequente che può avere gravi conseguenze, e le linee guida di pratica clinica sono un importante strumento per fare il punto sulle diverse opzioni terapeutiche da proporre a questi pazienti» esordisce Heather Gornik, vice presidente del comitato di esperti che ha firmato le linee guida e specialista in cardiologia e medicina vascolare alla Cleveland Clinic, spiegando che il nuovo documento include suggerimenti su quando prendere in considerazione l'angioplastica nei pazienti con malattia arteriosa periferica in forma meno grave, ma che continuano ad avere significative limitazioni nel cammino nonostante i farmaci e l'allenamento strutturato.

«In questa sottopopolazione le procedure vascolari per migliorare il flusso di sangue agli arti inferiori sono spesso una ragionevole opzione di trattamento» sottolinea l'autrice. Dal punto di vista della terapia medica gli esperti Aha/Acc raccomandano l'uso di statine per ridurre l'accumulo di colesterolo all'interno delle pareti arteriose. Consigliando ai pazienti con malattia arteriosa periferica anche gli antiaggreganti come l'aspirina o il clopidogrel, le linee guida elencano le condizioni in cui la duplice terapia anti-piastrinica può essere presa in considerazione, come per esempio dopo un intervento di chirurgia vascolare o il posizionamento di uno stent. «Come nel documento precedente, l'attività fisica viene ritenuta un elemento fondamentale nella gestione della Pad, e consigliamo a tutti i pazienti di partecipare ad allenamenti strutturati» ribadisce Marie Gerhard-Herman, presidente del gruppo di esperti e cardiologa al Brigham and Women's Hospital. «Aggiornare periodicamente il modo in cui trattare malattie complesse incorporando gli ultimi studi è fondamentale per garantire ai medici la possibilità di fornire le migliori cure ai loro pazienti» conclude l'autrice.

Circulation. 2016. doi: CIR.0000000000000470

http://circ.ahajournals.org/content/early/2016/11/11/CIR.0000000000000470

Tratto da: Doctornews, 18 novembre 2016