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Diabete: ecco le prestazioni sanitarie più efficaci

La più importante tra le prestazioni che un diabetologo può garantire è la terapia educazionale. A seguire, in ordine di efficacia, ci sono un piano terapeutico davvero personalizzato; la diagnosi e la valutazione biomedica; la valutazione in concreto della fragilità del paziente; la garanzia dell’autocontrollo glicemico; l’utilizzo della cartella clinica informatizzata.

Sono queste, insomma, le prestazioni e gli standard organizzativi individuati dall’Associazione medici diabetologi come i più utili – cioè più efficaci per il paziente e più efficienti per il servizio sanitario – attraverso un’indagine che ha coinvolto tutti gli aderenti alla Società scientifica. Ma la vera novità, precisa l'Amd, è che si tratta, per la prima volta in Europa, di evidenze garantite dall’applicazione di un metodo scientifico, perché le prestazioni diabetologiche sono state messe in fila a partire dagli Standard di cura e la classifica è stata stilata in base a outcome clinici, garantiti dai diversi approcci, misurati con precisione scientifica. «La salute è fatta di tante componenti e di diverse variabili – commenta Nicoletta Musacchio, presidente Amd, che ha presentato questi dati al convegno della Fondazione Amd che si è svolto a Palermo - e lo stesso, di conseguenza, può ripetersi per le prestazioni sanitarie. È una complessità, tipica dei servizi socio-sanitari, che rischia di generare confusione e di rendere difficilissima la valutazione degli approcci clinico-assistenziali che giovano davvero al paziente e al Servizio sanitario. Ecco perché – precisa Musacchio – occupandoci in prima linea di un problema articolato e vasto come il diabete, abbiamo scelto, con il progetto DiaINT, di misurare con precisione il nostro risultato professionale, facendo ricorso a un approccio SROI: Social Return of Investment. Si tratta di un modello di analisi organizzativa riconosciuto a livello internazionale, che serve a misurare in modo oggettivo il valore creato da un’organizzazione, con l’obiettivo ultimo di trasformare la qualità, di per sé sfuggente, in score definiti, ossia in quantità misurabili».

Nel concreto, stando all'indagine, le prestazioni “top” individuate dall'Amd incidono positivamente innanzitutto sull’ottimizzazione del controllo metabolico, seguita dal controllo dei fattori di rischio cardiovascolare, poi dalla riduzione delle ospedalizzazioni e degli accessi al Pronto soccorso, dalla riduzione delle giornate di degenza dei pazienti eventualmente ospedalizzati e, infine, sull’aumento dell’appropriatezza nell’utilizzo di tutte le tecnologie disponibili per le persone con diabete. «Anche in questo caso – precisa Musacchio – è di particolare interesse il rigore scientifico degli outcome clinici individuati, garantito dal metodo DiaINT, ma anche dal fatto che la nostra analisi propone una classifica degli obiettivi individuati dal Piano nazionale per la malattia diabetica e dal Manifesto dei pazienti, quindi risultati clinici già di per sé validati e di cruciale importanza».

LA TABELLA

Tratto da: Healthdesk, 22 novembre 2016