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Ipertensione, auto-misurazione della pressione favorisce migliori risultati nel trattamento

La misurazione autonoma della pressione, con o senza telemonitoraggio, può facilitare significative riduzioni della pressione sanguigna sistolica, secondo uno studio pubblicato su Lancet. «Gli studi che valutano la titolazione di farmaci antipertensivi mediante l'auto-monitoraggio forniscono risultati contraddittori e non è chiaro quale sia l'apporto preciso del telemonitoraggio» esordisce Richard McManus, della University of Oxford, nel Regno Unito, autore principale dello studio. Per chiarire la situazione, i ricercatori hanno coinvolto 1.182 adulti ipertesi di età superiore ai 35 anni con pressione sanguigna non controllata superiore a 140/90 mmHg seguiti in 142 ambulatori di medicina generale nel Regno Unito. I pazienti sono stati randomizzati all'auto-monitoraggio della pressione arteriosa, all'auto-monitoraggio con telemonitoraggio, o alla cura abituale (misurazione in ambulatorio).

Nei gruppi di auto-monitoraggio i partecipanti hanno misurato la loro pressione con uno sfigmomanometro automatico elettronico a casa, alla mattina e sera, durante la prima settimana di ogni mese e i loro medici hanno modificato il trattamento in base a queste misure. Il gruppo di auto-monitoraggio ha inviato tramite email le misurazioni ai medici, mentre il gruppo con telemonitoraggio ha utilizzato un servizio apposito. Dopo 12 mesi, la pressione arteriosa sistolica era più bassa in entrambi i gruppi di intervento rispetto a quello di cura abituale (137,0 mmHg nel gruppo di auto-monitoraggio e 136,0 mmHg nel gruppo con telemonitoraggio rispetto a 140,4 mmHg nel gruppo di cura abituale). La differenza tra i gruppi di auto-monitoraggio e auto-monitoraggio con telemonitoraggio non era significativa, e gli eventi avversi erano simili nei tre i gruppi. I ricercatori sottolineano che le riduzioni della pressione così ottenute potrebbero portare a una diminuzione del 20% del rischio di ictus e del 10% del rischio di malattia coronarica. In un editoriale di accompagnamento, Ernst Rietzschel, della Ghent University, e Marc De Buyzere, dello University Hospital di Ghent in Belgio, descrivono un futuro in cui la tecnologia permetterà al paziente una maggiore autonomia. «Uno scenario plausibile potrebbe vedere il ruolo dei medici generici come dirigenti sanitari altamente istruiti che non trattano solo i singoli pazienti ma orchestrano la salute della comunità attraverso un'infrastruttura digitale, progettata in collaborazione con l'utente medico e basata su un'intelligenza artificiale dedicata» concludono gli editorialisti.

Lancet. 2018. doi: 10.1016/S0140-6736(18)30309-X

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29499873

Lancet. 2018. doi: 10.1016/S0140-6736(18)30317-9

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29499874

Tratto da: Doctor33, 09 marzo 2018