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Padova. Ventenne guarita da ipertensione con intervento di crioablazione

Una giovane donna di 20 anni affetta da ipertensione secondaria a un tumore secernente renina è completamente guarita grazie a un intervento di crioablazione eseguito all’Azienda Ospedaliera di Padova.

L’intervento, che risale allo scorso anno, è stato ora illustrato sull’American Journal of Hypertension.

I risultati ottenuti dal team padovano partono da lontano e non sarebbero probabilmente stati raggiunti senza la sostituzione dei vecchi metodi di dosaggio della renina e dell'aldosterone radioattivi con un nuovo metodo chemi-luminescente. «Con l'introduzione di questo metodo - spiega il direttore dell’UOC Clinica Medica 4 dell’A.O. di Padova Gianpaolo Rossi - negli ultimi sei mesi abbiamo potuto diagnosticare due casi di tumore secernente renina, un dato che si commenta da solo considerando che nei 35 anni precedenti ne erano stati riconosciuti soltanto due altri casi».

Quello della donna era particolarmente piccolo e e la paziente si presentava con un quadro clinico del tutto simile a una lieve forma di ipertensione essenziale, spiega il primo firmatario dello studio Giuseppe Maiolino.

Individuato il tumore, si è optato per la crioablazione, visto che queste neoplasie sono soggette frequentemente a complicanze emorragiche.

La crioablazione è stata eseguita con leggera anestesia per via percutanea con l'inserimento di un ago di 16 gauge (circa 1,5 mm) nel fianco destro sotto guida della Tac. A quel punto si è proceduto al ‘congelamento’ del tumore.

Tutta la procedura è stata ben tollerata dalla paziente che è stata dimessa il giorno successivo all’intervento.

Un anno dopo i suoi valori di renina in circolo (che prima era prodotta in eccesso per il tumore) sono risultati normali e la pressione arteriosa è normale senza l’assunzione di alcun farmaco.

«Oggi riusciamo a riconoscere una causa dell'ipertensione su cui è possibile intervenire guarendo l’ipertensione all'incirca nel 25% dei pazienti che arrivano al nostro Centro da tutta Italia», ha concluso Rossi. «Ciò è assai importante dal punto di vista della qualità della vita dei pazienti e della spesa farmaceutica. Si tratta infatti di pazienti che in passato venivano considerati affetti da ipertensione essenziale ed avviati ad una terapia farmacologica che doveva durare per tutta la vita. Questi risultati dimostrano l'importanza della ricerca nel migliorare la qualità delle cure fornendo soluzioni molto più semplici e gradite ai nostri pazienti».

Tratto da: Healthdesk, 14 marzo 2018