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Gestione cronicità, Rossi (Snami Lombardia): la riforma è stato un vero flop

No a modelli improbabili di medicina di famiglia

Dopo gli elogi a Fimmg da parte dell'Assessore lombardo alla Salute Giulio Gallera per essersi messa a disposizione della riforma delle cronicità caldeggiando la presa in carico dei pazienti con cooperative e medicina di iniziativa e le anticipazioni di Silvestro Scotti segretario Fimmg sulle prossime mosse dopo la firma della pre-intesa sulla convenzione, il presidente regionale di Snami Roberto Carlo Rossi interviene su Doctor33. Ecco la sua lettera

 

Caro Direttore,

leggo che il Segretario Nazionale della FIMMG ha fatto tappa (con il suo camper...) in Lombardia e per questo intervengo su quanto è stato detto alla presenza dell'Assessore. Quest'ultimo ha elogiato la FIMMG "per essersi messa a disposizione della riforma delle cronicità caldeggiando la presa in carico dei pazienti con cooperative e medicina di iniziativa".

Ebbene mi corre l'obbligo di ribadire che la riforma, come attestato da tutti gli organi di stampa e da tutte le statistiche pubblicate dalla stessa Regione, è stato un vero flop. Al di là delle guerre di cifre, è un fatto che solo una minoranza di medici di famiglia abbiano accettato di partecipare. Tuttavia, questo elemento è ora del tutto superato dal fatto che solo pochissimi pazienti definiti "cronici" sono stati arruolati e ancor meno sono stati pubblicati Piani Assistenziali Individuali. In ultima analisi, la "riforma" non piace ai medici di famiglia, non piace ai medici ospedalieri e, soprattutto, non piace ai pazienti. D'altra parte, al di là delle apparenze e delle dichiarazioni di stampo inverso, il new deal lombardo sui cronici sposta (o tenta di spostare) dal territorio all'ospedale l'assistenza prestata ai cittadini e li allontana dalle cure sartorializzate del proprio Curante, che sono sempre state il modello vincente del SSN. Questo fatto, in definitiva, determina l'apertura al privato puro e al welfare aziendale (ricordate le recenti dichiarazioni dell'On. Giorgetti sui Medici di Famiglia?), spostando il sistema universalistico di tipo "Beveridge" del Servizio Sanitario nostrano verso un sistema di tipo nordamericano; e dal mio punto di vista (ma credo, anche da quello del Collega Scotti) questo fatto non appare per nulla positivo.

Quanto poi alla "rifondazione della medicina generale", alle UMG e compagnia cantando, mi corre ancora l'obbligo di certificare che esse sono state un fallimento nella nostra regione (ma, mi dicono, anche in altre realtà...). Si contano, infatti, sulle dita di una mano i luoghi in cui un gruppo di medici di famiglia sia davvero riuscito a dare vita ad un modello simile a quello prefigurato alcuni anni fa dall'allora Segretario Nazionale FIMMG e che sarebbe dovuto diventare ubiquitario. La loro sporadicità mi fa con tranquillità affermare che non sarà certamente quella la strada da imboccare per il futuro.

Concludo con un'osservazione e un'esortazione. Non ritorniamo ad inseguire modelli improbabili di medicina di famiglia in cui il MMG di Assistenza Primaria arrotonda le proprie entrate con ecografie ed holter. Spieghiamo alla parte pubblica (i nostri pazienti lo sanno già) che noi dobbiamo (dovremmo) essere (ben) pagati innanzi tutto per il lavoro intellettuale che facciamo. Un paziente ben diagnosticato, ben curato e ben seguito anche dal punto di vista della prevenzione, grazie ai consigli del proprio Curante, è un paziente in salute e soddisfatto del proprio medico e l'appropriatezza non può che giovarsene. Infatti, ben difficilmente il futuro ci riserverà il finanziamento pubblico per l'acquisto di apparecchiature elettromedicali. Bisognerà invece vigilare al fine di cambiare il corso delle cose nel senso che ho enunciato più sopra, poiché lo spettro concreto all'orizzonte è quello di non trovarsi più alla SISAC, a Roma, a fare le trattative, ma nella sede di qualche grosso gruppo assicurativo privato!...

Roberto Carlo Rossi

Presidente Regionale SNAMI Lombardia

Tratto da: Doctor33, 19 settembre 2019

Nota dei WM: ci viene molto difficile contestare quanto detto dal Dottor Roberto Carlo Rossi, siamo quindi d’accordo